L’11 novembre si celebra in molti Paesi la festa di San Martino di Tours, una delle figure più amate del cristianesimo occidentale, noto per il suo spirito di carità e la sua dedizione alla vita monastica. San Martino è il patrono dei mendicanti, dei militari e, in alcune regioni, anche del vino e dei vigneti, essendo questo giorno tradizionalmente legato alla maturazione del vino nuovo.

San Martino di Tours, noto anche come San Martino, è nato intorno al 316 d.C. in Pannonia, l’attuale Ungheria. Figlio di un ufficiale romano, Martino fu inizialmente destinato alla carriera militare, entrando a soli quindici anni nell’esercito romano.

Simone Martini – Investitura di San Martino a cavaliere – Wikipedia, pubblico dominio

Martino è celebre anche per l’episodio di carità che cambiò la sua vita: durante una fredda giornata d’inverno ad Amiens, in Francia, Martino incontrò un mendicante tremante per il freddo. Mosso a compassione, tagliò a metà il suo mantello militare.

Napoli, Certosa di san Martino: Pietro Bernini: San Martino divide il mantello con il povero (dal portale d’ingresso alla Certosa). Wikipedia – Foto: Sailko, opera propria. Licenza CC BY 3.0

Dopo questa esperienza, Martino si avvicinò alla fede cristiana e si battezzò. Decise di abbandonare la vita militare per dedicarsi interamente a Dio, diventando monaco e stabilendosi a Ligugé, dove fondò uno dei primi monasteri in Europa occidentale.
La sua fama di uomo pio e miracoloso si diffuse rapidamente, e nel 371 fu eletto vescovo di Tours, nonostante la sua riluttanza ad accettare la carica.
Come vescovo, Martino intraprende una missione di evangelizzazione nelle campagne della Gallia, unendo le persone e diffondendo il cristianesimo tra le popolazioni che vivevano ancora secondo culti pagani.
Diversamente da molti altri leader religiosi dell’epoca, Martino si distingueva per un approccio pacifico e tollerante: evitava ogni forma di violenza, preferendo predicare attraverso l’esempio e il dialogo.
Spesso viaggiava a piedi, mostrando vicinanza alla gente e vivendo con semplicità, caratteristiche che gli valsero un profondo affetto e rispetto tra i fedeli.

Martino si impegnò anche a combattere l’eresia ariana, che negava la divinità di Cristo, ma senza mai imporre la sua fede con la forza.
Durante il suo ministero, istituì nuovi luoghi di culto e promosse il monachesimo come stile di vita cristiana. A Tours, fondò un secondo monastero, l’Abbazia di Marmoutier, che divenne un centro di grande rilevanza per la vita spirituale e culturale dell’epoca.

San Martino morì l’8 novembre 397 a Candes, piccolo villaggio della sua diocesi, mentre era in visita pastorale.

La tomba di San Martino di Tours nell’omonima basilica, costruita nel XIX secolo sulle rovine dell’antica abbazia eretta nel V secolo. – Wikipedia, pubblico dominio

Il suo funerale si tenne l’11 novembre a Tours, una cerimonia che attirò migliaia di persone desiderose di rendere omaggio a colui che aveva rappresentato un esempio di carità e devozione. Questa data divenne la data ufficiale della sua memoria celebrata in tutto il mondo cattolico.

 

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PAESE CHE VAI…

In Svezia e Danimarca, per la festa di San Martino, è tradizione consumare un’oca arrosto, usanza legata a un’antica leggenda.
Si narra che il Papa voleva nominare Martino come vescovo, ma il futuro santo, per la sua grande umiltà, preferiva restare nascosto in un convento, lontano dai riflettori e dedicarsi esclusivamente alla preghiera.
Tuttavia, il silenzio della sua fuga fu interrotto da alcune oche del convento, che, non riconoscendo Martino, iniziarono a starnazzare rumorosamente, rivelando il suo nascondiglio. Scoperto, fu infine nominato vescovo, e da allora l’oca viene simbolicamente arrostita come “punizione“.

In Germania e in altri Paesi, San Martino si celebra con modalità simili ad Halloween. La sera del 10 novembre, i bambini si travestono e sfilano con lanterne accese, andando di casa in casa a cantare per ricevere dolci e piccole monete.

Anche in Italia, sebbene le celebrazioni siano meno diffuse, San Martino ha una certa rilevanza, specie al nord, dove segnava la fine dell’anno agricolo. I contadini che non venivano confermati dai padroni dovevano lasciare i campi, trasferirsi e cercare nuovi lavori e abitazioni. Da qui l’espressione “fare San Martino“, che significa appunto “traslocare“. Fino a qualche decennio fa, questo giorno era anche il momento di un abbondante banchetto prima dell’inizio del periodo di digiuno e penitenza che precedeva il Natale.

In provincia di Venezia, per San Martino, si prepara un dolce speciale di pasta frolla modellato nella forma del santo a cavallo, riccamente decorato con glassa colorata, caramelle e cioccolatini. Questo dolce, oltre ad essere bello da vedere, è anche molto gustoso per gli amanti della pasta frolla. Tradizionalmente, sono i fidanzati a regalarlo alle loro fidanzate.

In Italia, il culto di San Martino è legato anche al fenomeno dell’“Estate di San Martino”, un improvviso e breve periodo di clima mite che si verifica in novembre, in mezzo a un mese solitamente freddo. Nel mondo anglosassone, questo evento è conosciuto come Indian Summer, mentre nell’emisfero australe accade tra aprile e maggio. Secondo la leggenda, questo fenomeno naturale è un dono di San Martino: in un giorno particolarmente freddo, egli donò il proprio mantello a un mendicante, e il cielo si aprì facendo brillare un sole caldo e splendente. Tradizionalmente, durante questo periodo in Italia si aprono le botti per gustare il vino novello, spesso accompagnati dalle prime castagne di stagione.

 

San Martino

La nebbia a gl’irti colli
  piovigginando sale, 
 e sotto il maestrale
 urla e biancheggia il mar; 

ma per le vie del borgo
  dal ribollir de’ tini
  va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
  lo spiedo scoppiettando:
  sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
  stormi d’uccelli neri,
  com’esuli pensieri,
  nel vespero migrar. 

 

Giosuè Carducci – dalla raccolta “Rime Nuove” 1861/87

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testo poesia tratto da Wikipedia

 

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