Sant’Agnese Vergine e martire – Wikipedia, pubblico dominio

Agnese nacque a Roma nel III secolo, in una nobile famiglia patrizia cristiana, identificata con la gens Clodia. Fin dalla giovane età, decise di consacrare la sua verginità al Signore.

All’età di dodici anni, durante una delle persecuzioni contro i cristiani, molti rinunciarono alla fede per paura. Agnese, invece, rimase salda nella sua devozione. Fu denunciata come cristiana dal figlio del prefetto di Roma, che, invaghitosi di lei, venne rifiutato poiché la ragazza intendeva rispettare il suo voto di castità.
Come punizione, fu esposta nuda in un luogo di perdizione, ma il tentativo di un uomo di abusare di lei si concluse tragicamente: un intervento soprannaturale lo colpì, causandone la morte.
Successivamente, Agnese fu condannata al rogo con l’accusa di stregoneria, ma le fiamme non la toccarono, uccidendo invece i suoi carnefici. Infine, fu giustiziata con un colpo di spada alla gola, metodo utilizzato per sacrificare gli agnelli, motivo per cui spesso è raffigurata con un agnello, simbolo di purezza e sacrificio.

Secondo la tradizione, il martirio avvenne nell’area dell’attuale piazza Navona, dove oggi si trova la cripta della chiesa di Sant’Agnese. La data esatta della sua morte rimane incerta: alcune fonti la collocano tra il 249 e il 251, durante la persecuzione di Decio, mentre altre la situano nel 304, sotto Diocleziano.

Nel IV secolo, la principessa Costantina, figlia di Costantino il Grande, fece costruire una chiesa in suo onore sulla via Nomentana. Ogni anno, il 21 gennaio, due agnelli allevati da religiose vengono benedetti in questa basilica e offerti al papa, affinché dalla loro lana siano tessute le stole bianche destinate ai patriarchi e ai metropoliti della Chiesa cattolica.

Sant’Agnese fuori le mura (Roma) – Catino absidale: mosaico di sant’Agnese fra i papi Onorio I e Simmaco – Wikipedia, pubblico dominio

Agnese è stata celebrata da S. Ambrogio e S. Damaso per il suo esempio di fede incrollabile, e il suo nome è inserito nel Canone romano.
San Girolamo la elogiò così:
Con gli scritti e con le lingue di tutte le genti, soprattutto nelle chiese, fu lodata la vita di Agnese, che vinse sia l’età che il tiranno, consacrando la gloria della castità con il martirio“.

Andrea di Bonaiuto – Santa Agnese e Santa Domitilla, 1365. Galleria dell’Accademia, Firenze – Wikipedia, pubblico dominio

Il 21 gennaio 1621, i resti di Agnese e quelli di Emerenziana furono deposti in una cassa d’argento sotto l’altare maggiore della basilica di via Nomentana. Nel 1625, durante lavori di restauro, il loculo fu oggetto di una ricognizione. Oggi, la reliquia della sua testa è custodita in un prezioso reliquiario nella chiesa di Sant’Agnese in piazza Navona, grazie a un dono del cardinale Mariano Rampolla del Tindaro.

Agnese è venerata come patrona delle vergini, delle fidanzate, dei giardinieri, degli ortolani e come protettrice della castità.

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