Luca 1, 26-38

Tzanfournaris Emmanuel – Annunciazione, icona – Wikipedia, pubblico dominio

[26] Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [27] a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.[28] Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”.[29] A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. [30] L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. [31] Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. [32] Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre [33] e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
[34] 
Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”.[35] Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. [36] Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: [37] nulla è impossibile a Dio“. [38] Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.

 

Luca 1, 46-55

Il Magnificat

[46] Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore
[47] e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
[48] perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
[49] Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
[50] di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
[51] Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
[52] ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
[53] ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
[54] Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
[55] come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre”.

 

 

RIFLESSIONE

L’Annunciazione è uno dei momenti più intensi e misteriosi della storia sacra. Un incontro divino che avviene nella semplicità: l’arcangelo Gabriele entra nella vita di Maria, una giovane donna di Nazareth, portando un messaggio che cambierà il destino dell’umanità. Questo evento ci invita a riflettere sulla potenza del “” e sul mistero dell’obbedienza a Dio.

Maria, pur turbata, ascolta con fede. Non chiede garanzie, non si rifugia nella paura. Le sue parole, “Eccomi, sono la serva del Signore“, sono l’espressione più alta di fiducia e abbandono. In quel momento, il cielo e la terra si incontrano, e il Verbo si fa carne grazie alla libertà di una donna che si affida al progetto di Dio.

Anche noi, come Maria, siamo chiamati a discernere e accogliere le proposte divine nella nostra quotidianità. A volte, le chiamate di Dio possono sembrare grandi e difficili, altre volte si manifestano nei piccoli gesti. Ciò che conta è la disponibilità del cuore, la capacità di dire “sì” con amore e coraggio, anche quando il cammino ci appare incerto.

L’Annunciazione ci ricorda che Dio entra nel silenzio, nella nostra intimità, trasformando ciò che è ordinario in straordinario. Ci insegna che le promesse di Dio, anche quelle che non comprendiamo pienamente, portano sempre vita e salvezza.

Beato Angelico – L’Annunciazione – Museo del Prado – Wikipedia, pubblico dominio

Oggi, lasciamoci ispirare dall’umiltà e dalla fede di Maria. Riflettiamo su come possiamo rispondere al nostro personale “annuncio“, quel richiamo che ci invita a collaborare con Dio per realizzare il bene e la speranza nel mondo.

Che il nostro cuore sia aperto a pronunciare, come lei, il nostro “Eccomi”.

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vedi anche: 

 

Per ulteriori spunti di riflessione vedi: Lasciamoci guidare

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