San Tommaso d’Aquino nacque all’inizio del 1225 nel castello di Roccasecca, vicino ad Aquino, a metà strada tra Roma e Napoli. Suo padre Landolfo, discendente di una nobile famiglia lombarda, era conte della città. All’età di cinque anni, Tommaso fu inviato come puer oblatus all’abbazia benedettina di Montecassino, dove ricevette la sua prima istruzione. Vi rimase fino ai tredici anni, dimostrando fin da piccolo una vivace curiosità intellettuale: si racconta che, mentre passeggiava sotto i chiostri o contemplava l’orizzonte, domandasse insistentemente ai suoi maestri: «Ditemi chi è Dio?». Era il primo segno del suo genio filosofico.

Gentile da Fabriano – San Tommaso d’Aquino – Wikipedia, pubblico dominio

A causa del conflitto tra papa Gregorio IX e l’imperatore Federico II, al quale la famiglia Aquino era schierata, Tommaso dovette lasciare Montecassino e fu inviato a studiare all’Università di Napoli, fondata dallo stesso Federico II nel 1224.
Napoli, crocevia di culture cristiane e arabe, offriva un ambiente stimolante per il giovane Tommaso. Qui entrò in contatto con le opere di Aristotele e dei suoi commentatori arabi ed ebrei, grazie al lavoro di traduttori come Michele Scoto e Pietro d’Irlanda.
Durante il suo soggiorno, studiò le tradizionali arti liberali, suddivise in trivium (grammatica, retorica e dialettica) e quadrivium (aritmetica, geometria, musica e astronomia).

Giovanni di Paolo – San Tommaso d’Aquino disputa con Averroè – Wikipedia, pubblico dominio

Fu a Napoli che Tommaso si avvicinò all’Ordine Domenicano, fondato solo vent’anni prima, ma già influente nei circoli universitari. La sua decisione di unirsi ai domenicani, nel 1244, suscitò grande opposizione da parte della sua famiglia, che sperava in una carriera prestigiosa per lui nell’Ordine Benedettino, magari come abate di Montecassino. Sua madre arrivò persino a ordinare ai fratelli Rainaldo e Landolfo di intercettarlo mentre viaggiava verso Bologna. Tommaso fu catturato a Bolsena e imprigionato nel castello di Roccasecca. Per piegare la sua volontà, i fratelli arrivarono a ordire un attentato alla sua virtù, introducendo una cortigiana nella sua stanza, ma Tommaso la scacciò con un tizzone ardente. Né la prigionia né le suppliche delle sorelle riuscirono a farlo desistere.

Diego Velázquez – San Tommaso d’Aquino consolato dagli angeli dopo aver rifiutato i favori di una prostituta – Museo Diocesano di Arte Sacra, Oriola (Spagna) – Wikipedia, pubblico dominio

Riuscito a fuggire, Tommaso proseguì gli studi sotto la guida di Sant’Alberto Magno, prima a Parigi e poi a Colonia. Nonostante il carattere taciturno e l’aspetto imponente, che gli valsero il soprannome di “bue muto”, Alberto Magno ne intuì il genio e dichiarò: «Voi lo chiamate bue muto, ma il suo muggito nella dottrina risuonerà in tutto il mondo». Fu lo stesso Alberto a difendere le opere di Tommaso quando, anni dopo, furono messe in discussione a Parigi.

Carlo Crivelli – San Tommaso d’Aquino – Wikipedia, pubblico dominio

Tommaso fu ordinato sacerdote durante il suo soggiorno a Colonia. Nel 1252, iniziò a insegnare a Parigi, dove, nel 1256, a soli 31 anni, fu nominato maestro di teologia. Nei successivi dieci anni, insegnò in varie città italiane, tra cui Anagni, Orvieto, Viterbo e Roma. Durante questo periodo, completò opere fondamentali come la Summa contra Gentiles e iniziò a scrivere la sua monumentale Summa Theologiae.

 

Beato Angelico – San Tommaso d’Aquino – Wikipedia, pubblico dominio

Nel 1269 tornò a Parigi, dove continuò a insegnare e fu spesso ospite del re Luigi IX. Un famoso aneddoto racconta che, durante un banchetto, Tommaso, immerso nei suoi pensieri, batté improvvisamente i pugni sul tavolo ed esclamò: «È questa la chiave per confutare l’eresia manichea!». Il re, lungi dall’offendersi, ordinò che le sue intuizioni fossero immediatamente annotate.

 

Nel 1272, Tommaso fu richiamato a Napoli per riorganizzare il collegio domenicano. Qui, mentre celebrava la Messa, ebbe un’esperienza mistica che lo spinse a interrompere la stesura della Summa Theologiae, confidando al suo segretario: «Tutto ciò che ho scritto mi sembra paglia, rispetto a ciò che ho visto e mi è stato rivelato». Non completò mai l’opera, che fu terminata dal suo discepolo Reginaldo.

Convocato da papa Gregorio X per partecipare al Concilio di Lione nel 1274, Tommaso si ammalò durante il viaggio. Ospitato nel monastero cistercense di Fossanova, tra Napoli e Roma, vi morì il 7 marzo dello stesso anno.

 

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