La storia dei Comuni medievali è strettamente intrecciata con le lotte religiose dell’epoca. Da un lato, vi erano i conflitti che i Comuni affrontavano per sottrarsi al potere imperiale, lottando per l’indipendenza politica e per l’autonomia dalle ingerenze esterne. Dall’altro, vi erano le tensioni interne alla Cristianità stessa, alimentate dalla necessità di una riforma ecclesiastica che aveva avuto inizio con il movimento di Cluny. Questo processo di rinnovamento religioso mirava a ricondurre la vita della Chiesa alla purezza delle sue origini, ponendo fine alla corruzione e all’eccessiva mondanità.
Accanto alla riforma cluniacense, emergono movimenti considerati eretici, che spesso protestavano contro le degenerazioni della gerarchia ecclesiastica. Questi movimenti trovavano forza nel malcontento sociale e religioso, esprimendo il bisogno di una spiritualità più autentica e vicina ai valori evangelici. Il rinnovamento religioso, quindi, non si limitava alle sole strutture ecclesiastiche, ma si estendeva al tessuto sociale, dove si manifestava attraverso moti e fermenti che denunciavano il disagio delle popolazione.
In questo contesto, la figura di San Francesco d’Assisi rivestì un ruolo cruciale. Con la sua vita semplice e devota, egli rappresentò una risposta ortodossa alle spine più radicali ed eversive dei movimenti eretici. Francesco ricondusse queste tensione verso un’esperienza di fede che rievocava lo spirito originario del Cristianesimo, senza però scivolare nell’eresia. La sua predicazione di povertà, umiltà e fratellanza universale offrì un esempio concreto di come la Chiesa potesse rinnovarsi dall’interno, ispirando un ritorno alla purezza degli ideali cristiani.
Francesco nacque ad Assisi nell’inverno del 1182, figlio di Pietro di Bernardone e Madonna Pica, una delle famiglie più ricche e influenti della città. Suo padre era un mercante di spezie e stoffe, e al momento della nascita del figlio si trovava lontano, in Provenza, per affari. Fu la madre a scegliere per lui il nome di Giovanni, ma al ritorno del padre, questi lo cambiò in Francesco, in onore dei legami commerciali con la Francia.
La fanciullezza di Francesco trascorse serenamente nella comodità della vita familiare. Ricevette un’educazione che comprendeva lo studio del latino, del volgare, del provenzale e della musica. Le sue abilità musicali e poetiche lo resero popolare nelle feste cittadine, dove le sue note e i suoi versi erano molto apprezzati. Il padre, desiderando che il figlio seguisse le sue orme nel commercio, lo avviò presto all’attività mercantile.
Un episodio particolare segnò profondamente il giovane Francesco: un giorno, mentre lavorava nel fondaco paterno, si presentò alla porta un mendicante che chiedeva elemosina in nome di Dio. Francesco, inizialmente, lo respinse bruscamente. Tuttavia, colto dal rimorso, si affrettò a cercarlo, lo trovò e, pentito, si scusò con lui, dandogli una somma di denaro. Questo evento iniziò a scuotere le sue convinzioni e il suo modo di vivere.
All’età di vent’anni, Francesco partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, durante la quale fu fatto prigioniero. L’esperienza della prigionia, con le sue privazioni e sofferenze, lo ha segnato profondamente. Il corpo si indeboliva, ma il suo spirito iniziava a maturare una nuova consapevolezza: la compassione e il senso di carità verso gli altri cominciavano a prendere radici nel suo animo. Dopo un anno di prigionia, tornò a casa gravemente malato, e solo le amorevoli cure della madre riuscirono a ristabilirlo fisicamente.
Nonostante avesse ripreso la sua vita spensierata, Francesco sentiva un crescente senso di vuoto e insoddisfazione. Alla ricerca di nuove avventure, decise di seguire un condottiero in una spedizione militare nel sud Italia. Tuttavia, lungo il cammino, a Spoleto, ebbe una visione divina. In un’apparizione, il Signore gli ordinò di abbandonare i suoi progetti e di tornare ad Assisi. Questo episodio è stato il primo passo verso la sua graduale conversione.
Durante una visita a Roma, Francesco si spogliò dei suoi abiti eleganti e donò tutti i suoi soldi ai poveri.
Al suo ritorno ad Assisi, un incontro con un lebbroso segnò un ulteriore cambiamento nella sua vita. Invece di fuggire come avrebbero fatto molti, Francesco si avvicinò al lebbroso, lo abracciò e lo baciò, superando il disgusto e il timore comuni verso i malati. Questo gesto simbolico rappresentava il suo crescente distacco dalla vita mondana e il suo desiderio di vivere secondo i principi di povertà e umiltà.
I suoi amici lo deridevano e lo schernivano per la sua trasformazione e il padre esprimeva apertamente la sua delusione. Solo la madre restava al suo fianco, confortandolo e sostenendolo nel suo percorso di cambiamento. Da quel momento in poi, Francesco si avviò verso una vita di totale dedizione alla fede, che lo avrebbe portato a diventare uno dei santi più amati.
Francesco, ormai sempre più distaccato dalle ambizioni mondane, scelse di ritirarsi tra le campagne e le colline di Assisi, dedicandosi al silenzio e alla meditazione. Frequentava spesso la piccola chiesa di San Damiano, situata nei pressi della città, dove accadde un evento che cambiò il corso della sua vita. Un giorno, mentre pregava davanti al crocifisso, sentì una voce che gli parlava:
“Francesco, va’ e ripara la mia casa, che come vedi, è tutta in rovina”.
Interpretando quelle parole in senso letterale, Francesco decise di vendere le stoffe della bottega paterna per raccogliere denaro da donare al sacerdote di San Damiano, affinché potesse riparare la chiesa.
Il gesto suscitò l’ira del padre, Pietro di Bernardone, che considerava l’azione di Francesco un tradimento e una grave offesa. Di fronte alla collera paterna, Francesco fu costretto a nascondersi per un breve periodo. La tensione tra padre e figlio si risolse solo grazie all’intervento del vescovo di Assisi.
Durante un incontro pubblico, Francesco, in un gesto simbolico di rottura definitiva con il passato, si spogliò dei suoi abiti e rinunciò a tutti i beni materiali, dichiarando di voler riconoscere solo Dio come suo vero padre. Da quel momento, abbracciò la povertà assoluta.
Iniziò così un periodo di spostamenti per Francesco, periodo in cui predicava il Vangelo e compiva atti di carità. Uno degli episodi più celebri di quel tempo è quello del lupo di Gubbio. La cittadina umbra era terrorizzata da un lupo feroce che seminava morte e distruzione. Francesco, con la forza delle sue parole e della sua fede, riuscì a placare l’animale, stabilendo una sorta di “patto” tra il lupo e gli abitanti di Gubbio. Il lupo, ammansito, divenne inoffensivo, e questo miracolo accrebbe la fama di santità.
Le azioni e la predicazione di Francesco non passarono inosservate, e presto cominciarono ad affiancarsi a lui i primi seguaci. Tra i primi compagni ci furono Bernardo da Quintavalle, un ricco mercante che abbandonò tutti i suoi beni per seguire Francesco, e Pietro Cattani. Poco dopo, si unirono a loro anche Egidio e Filippo Longo. Insieme, iniziarono a vivere una vita di povertà, predicando la parola di Dio e compiendo opere di carità. Le prime esperienze di vita comunitaria si svolsero nella piana di Assisi, nel Tugurio di Rivotorto, e poi alla Porziuncola, una piccola cappella che divenne il centro spirituale del gruppo. Tutti vestivano come Francesco: con un semplice saio e stracci, simbolo del loro distacco dal mondo e del loro abbraccio della povertà.
L’evento che sancì e ufficializzò la nascita dell’Ordine dei Frati Minori avvenne nel 1210, quando Francesco e i suoi compagni si recarono a Roma per incontrare Papa Innocenzo III.
Il Papa, inizialmente scettico, ebbe in sogno una visione che cambiò il suo atteggiamento: vide la Basilica di San Giovanni in Laterano, simbolo della Chiesa, crollare e un uomo che la sorreggeva per impedirne la distruzione. Quell’uomo era Francesco. Convinto della missione divina del giovane di Assisi, il Papa approvò verbalmente la Regola dell’Ordine, dando così inizio ufficiale alla comunità dei Frati Minori, che si sarebbe diffusa rapidamente in tutta Europa.
Intorno al 1212, iniziano i contatti tra Francesco e Chiara d’Assisi, una giovane nobildonna affascinata dal messaggio di povertà e semplicità predicato da Francesco.
Chiara, ispirata dall’esempio del santo, decide di abbandonare la vita agiata per dedicarsi interamente a Dio. Sotto la guida spirituale di Francesco, fonda l’Ordine delle Povere Dame di San Damiano, meglio conosciute, dopo la sua morte, come Clarisse. Questo ordine femminile, dedito alla preghiera e alla vita in povertà assoluta, si insedia presso la chiesetta di San Damiano, dove Chiara trascorrerà il resto della sua vita, dando vita a una comunità di donne che seguivano i medesimi ideali francescani.
Durante questo periodo, Francesco inizia a espandere la sua missione evangelica su più vasta scala. Il suo desiderio di predicare il Vangelo lo spinge a progettare un viaggio missionario in Marocco, con l’intenzione di convertire i musulmani. Tuttavia, durante il viaggio, viene colpito da una grave malattia che lo costringe a fermarsi in Spagna e a rinunciare temporaneamente alla sua missione,.
Nel 1216, Francesco ottiene da Papa Onorio III una concessione straordinaria: l’indulgenza plenaria per tutti i fedeli che, pentiti e confessati, avrebbero visitato la piccola chiesa della Porziuncola, nei pressi di Assisi. Questo privilegio, noto come il Perdono di Assisi, divenne una delle indulgenze più importanti della cristianità, seconda solo a quella legata ai pellegrinaggi in Terra Santa. Il Perdono di Assisi rappresenta per Francesco un’opportunità di riconciliazione e rinnovamento spirituale aperta a tutti.
Nel 1219, Francesco parte per Acri e Damietta, seguendo la Quinta Crociata. Il suo obiettivo non era combattere, ma portare un messaggio di pace. Durante questo viaggio, Francesco arriva in Egitto, dove ha l’audacia di presentarsi alla corte del sultano Melek el-Kamel.
Sebbene l’incontro non porti alla conversione del sultano, avviene in un clima di rispetto reciproco e rappresenta uno straordinario esempio di dialogo interreligioso in un’epoca segnata dai conflitti.
Dopo l’incontro, Francesco prosegue il suo pellegrinaggio verso la Palestina, approfondendo la sua missione.
Nel 1220, Francesco torna ad Assisi, trovando il suo Ordine ormai cresciuto in modo significativo. I suoi ideali di povertà, carità e semplicità hanno fatto breccia nei cuori di molti, e numerosi nuovi seguaci si sono uniti alla sua comunità.
Nel 1223, presso Fontecolombo, nei pressi di Rieti, Francesco redige una nuova Regola per il suo Ordine, un documento che consolida i principi di povertà assoluta e fratellanza universale. Questa Regola, più strutturata della precedente, viene approvata da Papa Onorio III, dando maggiore stabilità all’Ordine Francescano.
Nel dicembre dello stesso anno, Francesco istituisce a Greccio la prima rappresentazione vivente del Presepe, un gesto che aveva lo scopo di far rivivere ai fedeli la povertà e la semplicità della nascita di Cristo, un gesto che
divenne una tradizione cara alla cristianità.
Nel 1224, sul Monte della Verna, Francesco riceve le stimmate, segni visibili della Passione di Cristo. Queste piaghe, che Francesco porta fino alla fine dei suoi giorni, lo identificano ancora di più con il sacrificio di Gesù e rafforzano la sua fama di santità.
Ormai stanco e provato dalle numerose peregrinazioni, Francesco, colpito dalla malattia, trova rifugio presso San Damiano, dove viene amorevolmente curato da Chiara e dalle sue Sorelle. Durante il suo soggiorno, compone il Cantico delle Creature.
Sentendo avvicinarsi la fine della sua vita terrena, Francesco chiede di essere portato alla Porziuncola, presso Santa Maria degli Angeli. Il 3 ottobre 1226, al tramonto, Francesco muore, circondato dai suoi confratelli, lasciando un’eredità spirituale che avrebbe influenzato profondamente il mondo cristiano.
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Cronologia dei momenti essenziali della vita di San Francesco
1181/1182 – La nascita di Francesco d’Assisi
1202 – Prigionia a Perugia
1205 – La visione a Spoleto
1206 – Il rinnegamento della vita agiata
1209 – La fondazione dell’Ordine Francescano
1212 – L’ingresso di Chiara nell’Ordine
1219 – Incontro con il Sultano d’Egitto
1220 – Il ritorno e le dimissioni
1223 – Il presepe vivente a Greccio e la Regola definitiva
1224 – Le stimmate sul Monte della Verna
1225 – Il “Cantico delle Creature”
1226 – La morte di Francesco
1228 – La canonizzazione e la Basilica di San Francesco
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vedi anche:
- Francesco e il feroce Saladino
- I Fioretti di san Francesco
- Il Perdono Di Assisi
- San Francesco ed il lupo
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