Tra tutti gli angeli, San Michele brilla per la sua straordinaria bellezza spirituale. La Sacra Scrittura lo menziona come il principe degli angeli, venerato già dagli Ebrei come il protettore del popolo eletto e simbolo dell’aiuto divino. Nel libro di Daniele, nell’Antico Testamento, Michele appare come il difensore di Israele, il capo dell’esercito celeste, pronto a proteggere i deboli ei perseguitati. Un passaggio particolarmente significativo è:
“In quel tempo sorgerà Michele, il gran principe che vigila sui figli del tuo popolo. Ci sarà un tempo di angoscia come mai prima, ma il tuo popolo sarà salvato, tutti quelli che si troveranno iscritti nel libro.” (Dn 12,1)
Il nome Michele, dall’ebraico Mi-ka-El , significa “Chi è come Dio?“
Nel Nuovo Testamento, l’Arcangelo Michele è presentato come avversario del demonio, vincitore dell’ultima battaglia contro satana e i suoi sostenitori.
Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.
Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
“Ora si è compiuta la salvezza,
la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato
l’accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.
Ma essi lo hanno vinto
per mezzo del sangue dell’Agnello
e grazie alla testimonianza del loro martirio,
poiché hanno disprezzato la vita
fino a morire.
Esultate, dunque, o cieli,
e voi che abitate in essi.
Ma guai a voi, terra e mare,
perché il diavolo è precipitato sopra di voi
pieno di grande furore,
sapendo che gli resta poco tempo” Ap. 12,7-12.
Per i cristiani, San Michele è il più potente difensore del popolo di Dio. Nell’arte sacra, sia orientale che occidentale, è spesso rappresentato come un guerriero celeste, armato di spada o lancia, che schiaccia sotto i suoi piedi il drago – simbolo di Satana sconfitto. I fedeli, da secoli, invocano la sua protezione, specialmente nei momenti di pericolo spirituale e al momento del giudizio finale. Una preghiera famosa recita: “San Michele, difendici nella battaglia, affinché non periamo nel giorno del tremendo giudizio.“
Oltre al suo ruolo di difensore, San Michele è anche considerato il condottiero delle anime verso il cielo. Questa funzione emerge nella liturgia romana, in particolare nell’offertorio della Messa per i defunti: “San Michele, che porta i tuoi segni, le conduca alla luce santa che hai promesso ad Abramo e alla sua discendenza“.
La tradizione attribuisce a San Michele anche il compito della pesatura delle anime dopo la morte. Perciò in alcune sue rappresentazioni iconografiche, oltre alla spada, l’Arcangelo porta in mano una bilancia. Inoltre nei primi secoli del cristianesimo specie presso i bizantini San Michele era considerato come medico celeste delle infermità degli uomini. Egli veniva spesso identificato con l’Angelo della piscina di Siloe di cui si parla nel capitolo 5 del vangelo di S. Giovanni:
“V’è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua, il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto” (Gv 5, 24)…
La Chiesa celebra la festa di San Michele, unita a quella di San Gabriele e di San Raffaele, il 29 settembre.
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