Annibale Carracci, in opposizione alla decadenza stilistica del tardomanierismo, si distingue per la sua capacità di recuperare e reinterpretare la grande tradizione pittorica del Cinquecento italiano.
Benché non si hanno certezze assolute riguardo alla sua formazione iniziale, alcuni studiosi ritengono che Annibale possa aver appreso le basi della pittura al di fuori della sfera familiare, anche se l’ipotesi più accreditata lo indica come allievo del cugino Ludovico. Il suo primo lavoro documentato è una pala d’altare raffigurante la Crocifissione con santi e risale al 1583.
Attraverso una sintesi personale, riuscì a fondere le influenze dei più grandi maestri del Rinascimento maturo, come Raffaello, Michelangelo, Correggio, Tiziano e Veronese, creando un linguaggio artistico originale. Il suo approccio univa il rispetto per la tradizione con una modernizzazione dell’estetica classica, basata su un ritorno all’imitazione del vero, che divenne il pilastro centrale della sua arte
Considerato, insieme a Caravaggio e Rubens, uno dei padri fondatori della pittura barocca, Carracci contribuisce in modo decisivo alla nascita di questo nuovo movimento. La sua capacità di innovare mantenendo un forte legame con il passato ha posto le basi per una svolta epocale nella storia dell’arte. Tra i fattori determinanti nel suo percorso creativo, vi furono i rapporti stretti con il cugino Ludovico e il fratello Agostino, anch’essi eccellenti pittori. Con loro condivise, soprattutto nei primi anni, una bottega e diverse collaborazioni artistiche
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