Flavio Claudio Giuliano, noto nella storia come Giuliano l’Apostata, nacque a Costantinopoli nel 331 dC, figlio di Giulio Costanzo, a sua volta figlio di Costanzo Cloro, e di Basilina.
La sua vita fu segnata fin dall’infanzia da eventi drammatici: nel 337 d.C. ancora bambino, sopravvisse alle violente epurazioni che colpirono la sua famiglia a Costantinopoli, durante le quali perse il padre e molti altri parenti. Solo lui e il fratellastro Costanzo Gallo riuscirono a salvarsi.
Tornato a Costantinopoli, Giuliano si avvicinò al neoplatonismo, abbracciando così il politeismo e il misticismo. Questo allontanamento dalla fede cristiana lo portò ad essere accusato di apostasia, termine che deriva dal greco e significa “ribellione“. Proprio per aver rinnegato il Cristianesimo, passò alla storia con il nome di Giuliano l’Apostata.
Giuliano l’Apostata, conosciuto anche come Giuliano II, è stato l’ultimo imperatore della dinastia costantiniana e l’ultimo sovrano romano apertamente pagano. La sua politica religiosa ei suoi tentativi di restaurare il paganesimo rappresentano un capitolo significativo nella storia dell’Impero Romano, specialmente nel contesto del crescente predominio del cristianesimo.
Giuliano intraprese una politica religiosa fortemente reattiva al cristianesimo, che nel IV secolo aveva ormai acquisito una posizione di predominio nell’Impero Romano, specialmente dopo le riforme di Costantino e la politica filocristiana dei suoi successori.
Giuliano voleva restaurare il culto tradizionale degli dèi romani, che ormai era in declino. Proclamò una serie di editti volti a promuovere la rinascita delle antiche religioni e rimuovere il cristianesimo dalla sua posizione privilegiata. Tuttavia, Giuliano non perseguitò apertamente i cristiani: evitò le violenze fisiche, ma cercò di minare la loro influenza.
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