Il 16 gennaio 1919, gli Stati Uniti approvarono il XVIII emendamento, dando inizio ufficialmente al proibizionismo, un periodo in cui la produzione, vendita e distribuzione di alcol furono vietate. Questa fase della storia americana ebbe un profondo impatto sociale, economico e culturale, segnando l’intero paese.
Le radici del movimento proibizionista risalgono all’Ottocento, quando le donne del ceto medio, riunite nella Temperance Union, iniziarono una lotta contro l’alcolismo. Questo problema affliggeva soprattutto gli uomini, che, a causa del consumo eccessivo di alcol, diventavano violenti e trascuravano le loro famiglie. La campagna contro l’alcol perse momentaneamente slancio durante la Guerra Civile, ma riprese vigore alla fine del secolo.
La società americana si divise tra i sostenitori del proibizionismo, i cosiddetti dry, provenienti principalmente dalle aree agricole e influenzati da chiese metodiste e battiste, e gli oppositori, i wet, generalmente cittadini delle grandi metropoli.
Per molti, l’alcol era visto come la radice del degrado sociale, responsabile di alimentare l’ozio e la povertà soprattutto nelle classi meno abbienti.
Oltre alle motivazioni morali e patriottiche, il proibizionismo trovò sostegno anche per ragioni economiche. Molti industriali vedevano nella proibizione un’opportunità per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e, di conseguenza, dei loro prodotti.
Tuttavia, quella che sembrava una soluzione ideale si trasformò rapidamente in un fallimento. Il divieto diede vita a un fiorente commercio illegale di alcol, e la criminalità organizzata colse l’occasione per prosperare.
I gangster, come il famigerato Al Capone, acquisirono potere e controllo, soprattutto in città come Chicago, dove gestivano il traffico di alcol e imponevano la loro legge.
Nacquero così i speakeasies, locali clandestini dove l’alcol scorreva liberamente, accompagnato dalle note del jazz.
Il proibizionismo, anziché risolvere i problemi sociali, ne creò di nuovi, contribuendo all’aumento della criminalità e al peggioramento della crisi economica.
Quattordici anni dopo la sua introduzione, il 5 dicembre 1933, il XVIII emendamento venne abrogato.
Fu il presidente Franklin D. Roosevelt a segnare la fine di quell’era dichiarando: “Una nuova era, e una birra per ciascuno“.
.