Chi è Gesù di Nazareth?

Per comprendere chi sia veramente Gesù di Nazareth, è essenziale partire dal Vangelo di Matteo (16,13-17), dove viene riportata la celebre dichiarazione: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente“.

Duccio di Buoninsegna – Apparizione sulla montagna in Galilea – Museo dell’Opera del Duomo, Siena – Wikipedia, pubblico dominio

Questo passo rappresenta un punto cruciale, poiché qui Gesù stesso pone la questione centrale: chi è Lui per il mondo e per i suoi discepoli? Si tratta di una doppia domanda che implica un’indagine del profonda:

a) La gente chi dice che io sia? Quali sono le opinioni del mondo su di me?
b) Voi chi dite che io sia ? Voi cosa avete da dire su di me a voi stessi e al mondo ?

Per molti, Gesù è considerato una figura storica notevole, un uomo straordinario e carismatico, capace di attirare grandi folle grazie al suo messaggio di amore e speranza. Alcuni lo vedono come un genio religioso, altri come un leader politico o un filosofo innovativo. Tuttavia, esiste anche chi ritiene che Gesù sia una figura storica di cui si sa poco o nulla di certo, un uomo la cui esistenza rimane avvolta nel mistero, come quella di Pitagora e di altri filosofi. 

Cosa accomuna queste opinioni? Anche se la gente può interpretare la figura di Gesù in modi diversi, raramente ne parla male. L’opinione pubblica tende piuttosto a classificare o etichettare la sua figura, senza mai disprezzarla apertamente.

In contrasto con la molteplicità di opinioni del mondo, la Chiesa offre una risposta univoca e ferma: Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Questa proclamazione, espressa per la prima volta dall’apostolo Pietro, è la base della fede cristiana e, dopo duemila anni, rimane immutata. Qualsiasi altra risposta che non riconosce questa verità viene considerata un compromesso inaccettabile. San Giovanni, nella sua seconda lettera (v. 10), ammonisce i credenti a non accogliere coloro che portano un insegnamento diverso, e San Ignazio di Antiochia avvertiva di non dare ascolto a chi negava la divinità di Cristo

La dichiarazione di Pietro racchiude tre verità fondamentali per comprendere la figura:

  1. La sua messianicità
  2. La sua resurrezione
  3. La sua divinità

Per gli Ebrei, il Messia era colui che avrebbe realizzato tutte le speranze di Israele: la restaurazione del regno di Davide, la purificazione del culto, la conoscenza della volontà divina e la fine delle sofferenze del popolo. Molti attendevano più di un Messia: uno regale, uno sacerdotale e uno profetico.

Giuseppe Calì – Domenica delle Palme (Chiesa parrocchiale di Mosta) – Wikipedia, pubblico dominio

Gesù, con il suo ingresso trionfale a Gerusalemme, sembrava incarnare tutte queste aspettative. Fu acclamato come re davidico, compì gesti profetici e si rivelò come sommo sacerdote attraverso l’istituzione dell’Eucaristia.
La Chiesa primitiva, guidata dallo Spirito Santo, riconobbe in Gesù di Nazareth il compimento di queste promesse: Egli era il Cristo, l’Unto, il Messia tanto atteso

Jacopo Tintoretto – La resurrezione – Gallerie dell’Accademia, Firenze – Wikipedia, pubblico dominio

Quando Pietro confessa che Gesù è il Figlio del Dio vivente, afferma implicitamente la sua resurrezione.
Gesù non è semplicemente vivo nel cuore dei credenti o attraverso il suo messaggio, ma è realmente risorto in corpo e spirito. Questa verità è la pietra angolare della fede cristiana. Senza la resurrezione, Cristo non sarebbe presente né nei poveri, né nei fratelli, né nella comunità. Tutto si fonda sulla certezza che Egli è vivo, e da questa certezza nasce la speranza della vittoria sull’ultima nemica dell’umanità: la miscredenza.

L’affermazione “Tu sei il Figlio di Dio” era un concetto impensabile per gli Ebrei monoteisti del tempo. Eppure, l’esperienza della risurrezione portò gli apostoli a una comprensione radicalmente nuova: Gesù non era solo un uomo eccezionale, ma era realmente uno con Dio.
Tommaso, davanti al Cristo risorto, non poté fare altro che esclamare: «Mio Signore e mio Dio» (Gv 20,28). La Pasqua illuminò ciò che Gesù aveva cercato di insegnare durante il suo ministero: la sua unione con il Padre e la sua identità divina.

Heinrich Johann Michael Ferdinand Heinrich Hofmann – Figura di Cristo – Wikipedia, pubblico dominio

Davanti alla figura di Gesù, non esistono compromessi. Non si può considerare semplicemente un grande maestro, un saggio o un giusto. O Egli è davvero ciò che affermava di essere — il Figlio di Dio — oppure è una figura che merita disprezzo per le sue affermazioni.
La fede cristiana non può accettare mezze misure: o si rifiuta Gesù come un pazzo, o lo si accoglie come Signore e Salvatore della vita e della storia.

La domanda rimane: chi è per noi Gesù di Nazareth? È solo “uno dei tanti” o è davvero “l’Unico”? Essere cristiani significa riconoscere che Gesù è l’unico Signore. Questo riconoscimento non deriva da una semplice deduzione razionale, ma da una rivelazione interiore attraverso lo Spirito Santo. Come afferma San Paolo: «Nessuno può dire: Gesù è il Signore, se non nello Spirito Santo» (1Cor 12,3).

Alla luce di questa verità, la nostra scelta di seguire Cristo deve essere totale e definitiva, poiché “chi perderà la sua vita per causa mia, la troverà” (Mt 10,39).

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vedi anche:

  • Gesù ed i cristiani visti da tre storici della Sua l’epoca
  • L’esistenza storica di Gesù detto “Il Cristo”

 

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