Nella mitologia greca, Mestra o Mnestra era una figlia di Erisittone, re della Tessaglia.

In preda alla disperazione, Erisittone arrivò a vendere sua figlia Mestra come schiava per ottenere il denaro necessario a procurarsi cibo.

Jan Steen – Erisittone, seduto su un tronco d’albero, vende la figlia Mestra (Ovidio. Metamorfosi VIII) –  Rijksmuseum- Wikipedia, pubblico dominio

Tuttavia, Mestra non era una vittima passiva del destino. Rivolse infatti una preghiera a Poseidone, che un tempo era stato il suo amante, e il dio del mare, mosso dalla compassione o dall’amore, le donò un potere straordinario: la capacità di trasformarsi in qualsiasi forma o creatura desiderasse. Questo potere le consente di fuggire ogni volta dai suoi padroni, eludendo la schiavitù.
Quando Erisittone scoprì la sua abilità, iniziò a venderla più volte, sfruttando ripetutamente.

Lo scrittore Palefato, in chiave razionalista, offre una spiegazione diversa di questa leggenda.
Secondo lui, la storia di Mestra nasconde un significato più realistico. Mestra, descritta come una giovane di rara bellezza, si sarebbe concessa a chiunque passasse vicino alla sua dimora in cambio di denaro, per sostenere il padre, dipinto come un uomo pigro e dissoluto, che aveva dilapidato la sua fortuna in festeggiamenti e piaceri. Poiché in quei tempi il denaro non esisteva ancora, Mestra veniva ricompensata con beni materiali: buoi, capre, pecore e pollame. Col tempo, si diffuse l’usanza di dire che Mestra “diventava” questi animali, dando così origine alla leggenda delle sue presunte metamorfosi.

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