Ritratto di Rosa Luxemburg, 1905 – Wikipedia, pubblico dominio

Rosa Luxemburg fu una delle figure più influenti del comunismo a livello europeo e mondiale.
Durante la sua breve ma intensa vita di militante marxista, ricevette l’ammirazione e il rispetto di importanti leader politici del tempo, tra cui Antonio Gramsci e Vladimir Lenin, che riconoscevano il valore della sua ascesa politica come donna in un mondo prevalentemente maschile.

Già prima dei vent’anni, Rosa Luxemburg avvertiva l’urgenza di impegnarsi attivamente per risolvere i problemi sociali e politici del suo tempo.
Si unì presto al movimento socialista polacco “Proletariat”, ma le continue repressioni la costrinsero, nel 1895, a lasciare la Polonia. Si trasferì inizialmente in Svizzera, e successivamente in Germania, dove contrasse un matrimonio di convenienza con un cittadino tedesco al solo scopo di ottenere la cittadinanza nel 1898.

A Berlino, Rosa continuò a lottare per i suoi ideali, entrando nel Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD).
Con grande determinazione e spirito critico, si oppose alle idee revisioniste di Eduard Bernstein, sostenendo la necessità di mantenere fedeltà ai principi del marxismo originale. Tuttavia, alcuni eventi la portarono a riconsiderare parte di queste posizioni.

Ritratto fotografico di Marx del 1861 – Wikipedia, pubblico dominio

Nel 1905, durante la prima rivoluzione russa, Rosa Luxemburg tornò in Polonia per partecipare attivamente alle rivolte. L’insurrezione fallì, e fu arrestata. Dopo il suo rilascio, tornò in Germania, dove tra il 1907 e il 1914 insegnò Economia politica. In quegli anni, sviluppò una critica al capitalismo differente rispetto a quella di Karl Marx. Luxemburg credeva che, anche in crisi, il capitalismo avrebbe potuto sopravvivere grazie alle risorse ottenute dal colonialismo, una pratica che lei condannava fermamente.

Le sue idee provocarono anche dissensi all’interno del movimento comunista. Criticò Lenin, non condividendo la sua visione di un partito composto esclusivamente da un’élite proletaria, e si scontrò con Stalin, sostenendo che la rivoluzione non doveva sopprimere la democrazia, ma estenderla.

Pacifista convinta, allo scoppio della Prima guerra mondiale, Luxemburg abbandonò la carriera accademica per dedicarsi all’attivismo contro la guerra. Le sue manifestazioni contro il conflitto la portarono ad essere arrestata per volere del Kaiser Guglielmo II.

Nel 1916, in pieno conflitto, Rosa lasciò la SPD e, insieme a Karl Liebknecht, fondò la “Lega di Spartaco”, che più tardi divenne il primo Partito Comunista Tedesco. Entrambe le organizzazioni miravano a una rivoluzione socialista in Germania.
Nel gennaio 1919, sfruttando il caos politico seguito alla sconfitta della Germania nella Prima guerra mondiale, la Lega tentò un’insurrezione armata.
La rivolta fu brutalmente repressa dall’esercito, e il 15 gennaio 1919, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht furono catturati e giustiziati a Berlino.
La loro morte segnò la fine della rivolta, ma il loro sacrificio li consacrò come martiri del movimento comunista internazionale.

 

 

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