San Cosma di Palermo è una figura venerata in due diverse tradizioni:

  • Prima tradizione : San Cosma sarebbe nato a Palermo e, già in giovane età, avrebbe manifestato una forte inclinazione verso la fede cristiana. Ordinato diacono durante l’adolescenza, divenne presto sacerdote grazie alle sue eccellenti qualità intellettuali e spirituali. Le sue doti lo resero degno di essere nominato vescovo su segnalazione di Ruggero I, primo re di Sicilia, dopo la vittoria sui saraceni in Africa. Papa Eugenio III lo consacrò vescovo, e San Cosma fu inviato in missione in Africa, nella città di Afrodisio, sulla costa tunisina. Grazie alla sua predicazione e all’esempio di vita, riuscì a convertire molti saraceni al cristianesimo. In seguito alla ripresa dei conflitti contro i saraceni da parte di Guglielmo I, San Cosma fece ritorno a Palermo, dove morì il 10 settembre 1160.
  • Seconda tradizione : Un’altra versione narra che San Cosma fu martirizzato in Africa mentre celebrava i “divini ministeri”, e il suo corpo sarebbe stato successivamente riportato a Palermo.

A Palermo, San Cosma ha sempre ricevuto grande devozione. Il suo corpo fu sepolto nella cripta della Cattedrale, un luogo sacro dove i fedeli si recavano per pregare e tenere accese lampade votive. Numerosi miracoli, soprattutto guarigioni da febbri, sono stati attribuiti alla sua intercessione. Nel 1369, in segno di crescente venerazione, le sue reliquie furono trasferite all’interno della Cattedrale.

Nel 1771, il calendario diocesano di Palermo iscrive San Cosma il 12 settembre come data ufficiale per la sua commemorazione. Più tardi, nel 1887, Papa Leone XIII, su richiesta dell’Arcivescovo Michelangelo Celesia, riconobbe ufficializzare il culto reso a San Cosma, autorizzando la celebrazione della messa e dell’ufficio liturgico in suo onore.

Beni culturali – San Cosma, prima metà sec. XIX –
Condizioni d’uso: Beni Culturali Standard (BCS)

San Cosma continuò ad essere celebrato nella Chiesa palermitana fino al 1975, quando, con la revisione del calendario liturgico del 1976, il suo nome venne rimosso. Tuttavia, il suo ricordo è ancora vivo, e viene celebrato nel calendario della diocesi di Cartagine il 12 settembre, mantenendo viva la sua memoria nel tempo.

 

 

 

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