“Chi ti pozzanu manciari li cani!”

La porta sud di Mendolito. (Wikipedia – Pubblico dominio)

Dionigi, noto anche come Dionisio il Vecchio, fondò la città di Adranon nel 401 a.C., trasferendovi gli abitanti della vicina Piakos, sebbene già esistesse una comunità nei pressi del tempio dedicato al dio Adrano.

Quest’ultima era un’antica divinità venerata dai Siculi, i quali abitavano la città di Mendolito, fondata tra l’XI e il IX secolo aC, e già considerata antica al tempo di Dionisio.

La fondazione di Adranon da parte di Dionisio sembra rendere omaggio a questo potente nume siculo, dio della guerra, e la città si sviluppò rapidamente grazie alla sua organizzazione e crescita economica. Divenne così un centro di grande rilievo, tanto da emettere monete proprie.

Moneta Adrano – da wikimedia.org 

Alcune di queste monete, conservate nei musei, tra cui il Museo di Adrano, riportano sul recto la testa di un guerriero con elmo corinzio e cimiero e sul verso l’immagine di un cane cirneco.

I Greci associavano Adrano non solo alla guerra ma anche al fuoco, identificandolo con Efesto.
Secondo lo storico Adolf Holm, in questa divinità vennero fusi attributi di due differenti dèi, conferendo ad Adrano sia il ruolo di dio della guerra, rappresentato dalla lancia, sia quello di dio del fuoco, come Efesto.
All’interno del tempio, situato vicino al laghetto Naftia, si trovava una statua del dio, raffigurato con una lancia, simbolo della potenza del vulcano.

Anubi – Di Hotepibre at it.wikipedia – Transferred from it.wikipedia, CC BY-SA 2.5, Collegamento

Cirneco dell’Etna su uno sfondo bianco – Di Desaix83, d’après le travail de Pleple2000 – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cirneco_dell_etna_pl.jpg, CC BY-SA 3.0, Collegamento

Il tempio del dio Adrano attirava numerosi fedeli da ogni angolo dell’isola, e a proteggerlo vi erano diversi cirnechi, cani da caccia tipici dell’Etna, originari dell’antico Egitto. Questi cani, discendenti dallo sciacallo sacro al dio Anubi, si distinguevano per l’intelligenza e un comportamento sorprendentemente selettivo: accoglievano amichevolmente i fedeli che portavano doni, ma diventavano feroci e spietati con chiunque si avvicinasse al tempio con intenzioni malevoli. I cani di Adrano si lanciavano infatti contro spergiuri e ladri che tentavano di profanare il luogo sacro, sbranandoli senza pietà.

Da questa antica pratica si sviluppò un detto popolare siciliano che invoca una punizione simile per chi agisce in modo malvagio: “chi ti pozzanu manciari li cani

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Da notare che il cirneco “è dotato di grande intelligenza, è generalmente indipendente e solitario. Generalmente diffidente con gli estranei, si affeziona ad un solo padrone. Si può dire che abbia le sue simpatie e antipatie a pelle: con alcuni individui non socializza e alla loro vista abbaia; con altri inizialmente si mostra aggressivo ma poi socializza e con altri ancora prova un feeling immediato e socializza subito. È un cane che per il padrone darebbe tutto se stesso”.
(*) frase tratta da: http://it.wikipedia.org/wiki/Cirneco_dell%27Etna

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