Definito da alcune fonti artista bizzarro e stravagante, in quanto eccelse nell’arte pittorica precorrendo il futuro, scoprendo i corpi più santi e pii rappresentandone le passioni proibite, nasce nel 1601 a Santarcangelo di Romagna, cittadina sulla via Emilia a una decina di chilometri da Rimini. Non sappiamo chi sia stato il suo primo maestro, ma tra il 1618 e il 1621 è mantenuto dal padre a Bologna per apprendere l’arte della pittura, probabilmente presso Ludovico Carracci o un artista della sua cerchia.
Importanti furono anche due soggiorni romani, nel secondo dei quali, tra il 1621 e il 1622, fu a fianco del Guercino.
Dal 1623 al 1648 la sua attività si svolge soprattutto in Romagna, un periodo che vede l’affermarsi della fama dell’artista, ma anche segnato da avvenimenti turbolenti, come un tentativo di fuga con una giovane e chiacchierata vedova della nobile famiglia Stivivi, Teodora, per il quale nel 1628 Guido è bandito da Rimini.
A Santarcangelo gode della protezione di monsignor Bettini, che nel 1635 gli commissiona la pala con San Giuseppe e Sant’Egidio per la confraternita dei Falegnami e dei Fabbri, spartiacque tra la fase giovanile e la maturità, che lo vedrà rivolgersi soprattutto verso i grandi maestri emiliani, e in particolare Guido Reni e il Guercino.
Con il 1648 termina l’attività romagnola, e si stabilisce a Venezia con il nuovo nome di “Guido Canlassi da Bologna”. A questo punto si datano molti dei suoi dipinti con figure femminili e soggetti profani. Su invito dell’imperatore Leopoldo I, verso il 1660 si trasferisce a Vienna, dove muore nel 1663..
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