Nato a Parigi il 19 luglio 1834, Hilaire Germain-Edgard De Gas, universalmente noto come Edgar Degas, fu un artista dal carattere sensibile e complesso, capace di coniugare una natura sognatrice con una determinazione risoluta.
Fin dalla giovane età, si appassionò agli studi umanistici, un interesse coltivato anche grazie al padre, che gli impartì lezioni private di letteratura e arte, stimolando la sua innata curiosità intellettuale.
Degas stesso descrive il proprio carattere con queste parole:
“Ero o sembravo duro come tutti, per una specie di impulso alla brutalità che mi veniva dal mio dubitare e dal mio cattivo umore. Mi sentivo così fatto male, così sprovveduto, così fiacco, mentre mi pareva che i miei calcoli d’arte fossero così giusti. Tenevo il broncio a tutti e anche a me stesso“.
Con il tempo, Degas si isolò, sviluppando un’esistenza solitaria spesso dedicata interamente al lavoro. Passava lunghi periodi nel suo studio, impegnato in sperimentazioni tecniche e creative.
Parallelamente, Degas iniziò a guardare oltre la tradizione occidentale, affascinato dall’arte giapponese, in particolare dalle stampe. Queste opere, con le loro prospettive non convenzionali e l’audacia compositiva, lo ispirarono a rompere con le convenzioni accademiche, sperimentando nuovi linguaggi figurativi. Questa influenza si riflette nelle sue composizioni, come dimostrano opere come Orchestra all’Opera (1869) e Luci della ribalta (1876-77)
Durante gli anni ’60 dell’Ottocento, Degas conobbe Édouard Manet, l’artista rivoluzionario che avrebbe profondamente influenzato la sua visione artistica. Manet lo incoraggiò a osservare la realtà contemporanea, spingendolo a frequentare un gruppo di giovani pittori che sarebbero poi diventati noti come Impressionisti.
Nonostante fosse spesso associato a questo movimento, Degas mantiene una posizione autonoma. La sua pittura si distingueva per la precisione e il rigore formale, lontano dalla spontaneità che caratterizzava molti suoi colleghi.
La morte di Manet, avvenuta nel 1883, rappresentò un momento di grande dolore per Degas, che si ritirò progressivamente dalla scena sociale. A questo si aggiunge il peggioramento della vista, che ostacolò in modo significativo la sua attività creativa. Questi eventi lo portarono a un isolamento sempre più profondo, fino a un arresto quasi completo della produzione.
Degas morì a Parigi il 27 settembre 1917, cieco e ormai estraneo al mondo che aveva contribuito a trasformare con la sua arte. La sua eredità, però, resta indelebile: un corpus di opere che rappresenta una visione unica, in bilico tra tradizione e innovazione, capace di rivoluzionare per sempre il linguaggio pittorico.
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