La protostoria è il periodo di transizione che si colloca tra la preistoria e la storia. È una fase in cui le società umane hanno già superato lo stadio primitivo ma non hanno ancora sviluppato sistemi di scrittura pienamente evoluti, un elemento fondamentale per essere considerate civiltà storiche.
Questa distinzione si basa principalmente sulla presenza di una scrittura avanzata. Mentre nella preistoria troviamo comunità organizzate ma prive di strumenti di documentazione scritta, e nella storia vere e proprie civiltà alfabetizzate, la protostoria si situa in una posizione intermedia. Le società di questo periodo hanno raggiunto un certo grado di complessità culturale e tecnologica, pur rimanendo lontane dal livello di raffinatezza e alfabetizzazione tipica delle civiltà storiche.
Spesso, la protostoria viene considerata come l’ultima fase della preistoria, con una durata variabile a seconda delle aree geografiche. In Mesopotamia, ad esempio, questo periodo può essere collocato intorno al 2500 aC, quando la scrittura cominciava a diffondersi, mentre in Europa settentrionale la protostoria si estende fino a più di tremila anni dopo..
Seguendo un approccio economico-materialista della paletnologia, la protostoria può essere definita come il periodo storico in cui le società umane cominciano a organizzarsi in strutture più complesse rispetto alle semplici tribù claniche. Questo stadio si associa spesso a formazioni sociali immediatamente antecedenti alla nascita dello Stato, nota come “chiefdom”. Durante questa fase si verifica un aumento significativo della specializzazione artigianale, soprattutto nelle attività economiche secondarie, come la lavorazione dei metalli, accompagnato da una diversificazione culturale e sociale sempre più marcata. Questo progresso è evidente sia nella produzione materiale sia nelle pratiche ideologiche, come quelle funerarie e culturali, che testimoniano una crescente complessità rispetto ai gruppi umani dell’età della pietra.
In Italia, la protostoria corrisponde al processo di transizione dalle piccole comunità neolitiche alla formazione di uno Stato. Un elemento cruciale che rende possibile questo passaggio fu l’accumulo di ricchezza, strettamente legato al progresso nella metallurgia.
La crescita del commercio favorì una differenziazione socioeconomica sempre più marcata, creando contrasti interni che portarono al superamento dei tradizionali vincoli parentali su cui erano fondate le comunità del Neolitico.
Questa evoluzione sociale si riflette in cambiamenti significativi, come l’aumento dell’importanza dell’elemento guerriero per il controllo del territorio, la sedentarizzazione degli insediamenti e lo sviluppo del commercio su scala più ampia.
Inoltre, si consolidò una nuova consapevolezza dell’appartenenza territoriale, che superò i vincoli di consanguineità.
Le caratteristiche peculiari della mutata organizzazione sociale sono riscontrabili nell’accresciuta importanza dell’elemento guerriero per il controllo del territorio, nella sedentarizzazione degli insediamenti, dalla nuova spinta verso il commercio e dalla mutata coscienza dell’appartenenza ad uno stesso territorio rispetto ai vecchi vincoli di consanguineità.
In Italia occorre sottolineare la nascita in Sardegna della civiltà nuragica. Una civiltà che ha interessanto un periodo che va dall’età del bronzo al II secolo a.C.
Nel periodo del bronzo medio, la società nuragica subì una trasformazione significativa a causa dell’arrivo dei primi commercianti micenei.
Questo incontro presenta oggetti esotici e beni di prestigio che divennero strumenti di potere per le élite locali. Tali beni non solo aumentarono il valore delle relazioni commerciali, ma consolidarono nuove gerarchie sociali, dando origine a rapporti di dipendenza clientelare.
Questo fenomeno portò alla formazione delle prime comunità gentilizie, caratterizzate da una struttura sociale più complessa.
Con il passare del tempo, il bisogno di protezione militare reciproco e la necessità di espandere le reti commerciali portarono queste comunità a unirsi in insediamenti più grandi e strutturati. Questo processo culminò nella nascita di grandi centri urbani durante l’età del ferro, come quelli delle civiltà etrusche e laziali. Un passo ulteriore in questa evoluzione fu la creazione di leghe politico-religiose tra le città, un’organizzazione che pone le basi per la formazione dei popoli italici.
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