Sandro Filipepi, meglio noto come Botticelli, nacque a Firenze nel 1445 e divenne uno dei più celebri artisti del Quattrocento, lasciando un’impronta indelebile nella storia della pittura rinascimentale con la sua abilità come pittore, disegnatore e incisore.
La sua formazione artistica avvenne nella bottega di Fra Filippo Lippi, come dimostra una delle sue prime opere, La Madonna con Bambino. Successivamente, Botticelli fu influenzato dall’arte di Andrea del Verrocchio e, ancor più, da quella di Antonio del Pollaiolo. Questi influssi sono evidenti in opere come La Fortezza e San Sebastiano, dove il valore del disegno emerge in modo preponderante rispetto agli aspetti cromatici o plastici, caratterizzando una prima fase del suo stile.
Dopo questa fase iniziale, Botticelli sviluppò un linguaggio artistico personale, culminato nella realizzazione di opere iconiche per Lorenzo di Piero de’ Medici, come la celebre Primavera. In questo capolavoro, Venere occupa la posizione centrale tra due gruppi di personaggi: a sinistra Zefiro che insegue Flora e la Primavera, mentre a destra le tre Grazie danzano accanto a Mercurio. Qui Botticelli raggiunge un perfetto equilibrio tra la grazia ritmica del disegno e la plasticità delle forme, immerse in una luce delicata e quasi irreale.
Un’atmosfera simile caratterizza un’altra delle sue opere più famose, La Nascita di Venere, realizzata tra il 1482 e il 1484. In questa composizione, Botticelli impiega una tavolozza di colori chiari e freddi, conferendo al dipinto un’aura eterea.
Altri lavori mitologici dello stesso periodo includono Pallade e il Centauro e Marte e Venere. Parallelamente, Botticelli continuò a dedicarsi a soggetti sacri, come testimoniano opere come la Madonna Magnificat e la Madonna della Melagrana. Durante questi anni, si cimentò anche con l’illustrazione, realizzando disegni per il poema dantesco.
Tra la Primavera e La Nascita di Venere si colloca il soggiorno romano di Botticelli. Insieme a Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio e Perugino, partecipò alla decorazione della Cappella Sistina, contribuendo con tre riquadri: La Punizione dei ribelli, Le Prove di Mosè e Le Prove di Cristo. Questi lavori testimoniano la sua padronanza della narrazione e la sua capacità di integrare figure e paesaggi in composizioni grandiose.
Verso la fine del XV secolo, l’arte di Botticelli subì un cambiamento significativo. Probabilmente influenzato dalle predicazioni di Girolamo Savonarola, abbandonò i soggetti mitologici e adottò un registro più spirituale e austero. Questo nuovo stile si riflette in opere come La Calunnia, dipinta nel 1495, dove l’architettura ricca e fastosa incornicia una scena di grande intensità emotiva e dinamismo compositivo. Anche opere successive come la Natività mostrano una maggiore drammaticità, un cromatismo più cupo e una mimica più patetica, pur mantenendo il carattere stilizzato e astratto della sua produzione precedente.
Sandro Botticelli morì a Firenze il 17 maggio 1510, lasciando un’eredità artistica che avrebbe ispirato generazioni di pittori, incarnando l’essenza del Rinascimento fiorentino.
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