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Nell’antico Egitto, la vita degli uomini era strettamente intrecciata con il mondo delle divinità. La loro concezione del cosmo non era basata su idee astratte, ma sulla presenza concreta di entità divine che agivano nel mondo naturale, da loro stesse creato. Queste potenti figure non solo plasmavano l’universo, ma ne incarnavano i principi fondamentali, rendendolo tangibile e comprensibile attraverso la loro manifestazione.

Gli dèi dell’antico Egitto rappresentavano l’autentica essenza del mondo reale e il suo ordine intrinseco. Ciò che li rende particolarmente affascinanti è la varietà delle loro manifestazioni: alcune divinità assumevano forme antropomorfe, mentre altre si rifacevano al regno animale, vegetale o si manifestavano attraverso attributi simbolici. Questa molteplicità esprimeva le funzioni divine, rendendo ogni dio un’incarnazione specifica delle forze naturali e cosmiche.

La rappresentazione degli dèi seguiva il principio che la loro vera essenza fosse al di là della comprensione sensoriale umana. Sebbene si manifestassero nel mondo attraverso forme visibili, queste non rivelavano mai completamente la loro natura. Gli dèi erano descritti attraverso tre dimensioni fondamentali: il nome, che ne identificava l’essenza; l’apparizione nel tempo cosmico, che collocava la loro esistenza in un contesto mitico; e lo spazio di culto, che ne definiva la connessione con i luoghi sacri.

Questa triplice manifestazione non frammentava l’idea divina, ma al contrario, la rendeva universale, trascendendo i limiti della conoscenza umana. Nel pantheon egizio, l’essenza divina si esprimeva attraverso molteplici sembianze, un concetto fondamentale per comprendere la religione egizia.

La Creazione del Cosmo: secondo la mitologia egizia, all’inizio esisteva solo il caos primordiale, rappresentato dalle acque infinite di Nun. In queste profondità giaceva lo spirito del creatore, addormentato. Dal mare di Nun emerse una collina primordiale, simbolo di stabilità, sulla quale si posò una fenice, manifestazione del dio creatore Atum-Ra, il Sole.

La leggenda racconta che Atum-Ra, attraverso un atto creativo simbolico, generò i gemelli Shu, dio dell’aria, e Tefnut, dea dell’umidità.
Dai loro figli nacquero Geb, dio della terra, e Nut, dea del cielo.
Nut e Geb, innamorati, si abbracciavano strettamente, impedendo alla vita di svilupparsi.
Per ristabilire l’ordine, Atum-Ra ordinò a Shu di separarli: Shu calpestò Geb e con le mani sollevò Nut, che da allora è rappresentata inarcata sopra la terra, con le mani e i piedi che toccano Geb.

Nut con Geb e Shu – Wikipedia, pubblico dominio

Da Geb e Nut nacquero Osiride, Iside, Seth e Nefti. A loro si unì Horus, figlio di Osiride e Iside, formando l’Enneade, il gruppo di nove divinità fondamentali del pantheon egizio. 


L’Enneade era il nucleo della cosmogonia egizia.
La “Grande Enneade” includeva Atum, Shu, Tefnut, Geb, Nut, Osiride, Iside, Seth e Nefti.
Vi era anche una “Piccola Enneade“, che integrava altre divinità, incarnazioni di saggezza, giustizia e ordine.

Il principale centro di culto dell’Enneade era Eliopoli, la città del Sole. Questo luogo sacro divenne uno dei più importanti dell’antico Egitto, simbolo della creazione e del potere divino, dove si celebrava il legame tra le divinità e il ciclo eterno della vita cosmica.

L’eredità del pantheon egizio, con la sua complessità e profondità, ci offre uno straordinario sguardo su una civiltà che viveva in costante dialogo con l’invisibile e l’eterno.

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Le Maggiori Divinità dell’Antico Egitto

Atum-Ra, il dio solare, rappresentava sia il creatore universale che il sole nel suo viaggio attraverso il cielo. Secondo le teologie di Eliopoli ed Ermopoli, era il principio di tutto (Atum significa “il tutto”). Viaggiava quotidianamente su due barche: quella del giorno e quella della notte. La sera veniva inghiottito dalla dea Nut e al mattino rinasceva. Da lui derivava Maat, dea della verità e della giustizia. Atum-Ra era il dio principale di Eliopoli e i suoi animali sacri erano il leone, il serpente e l’icneumone.

Maat era la personificazione della verità, della giustizia e dell’ordine cosmico. Simboleggiava la “regola” che governava l’Universo e alla quale dovevano attenersi uomini, re e divinità. Sovrintendeva all’equilibrio del cosmo e aveva un ruolo fondamentale nel giudizio dei defunti.

Shu, dio dell’aria secca, era figlio di Atum-Ra e gemello (nonché sposo) di Tefnut. Rappresentato come colui che separa Geb (la terra) e Nut (il cielo), Shu incarnava l’equilibrio tra cielo e terra.

Tefnut, dea dell’umidità e gemella-sposa di Shu, era figlia di Atum-Ra. Simbolo di forza, era associata a Oxyrhynchos e spesso rappresentata con una criniera leonina.

Geb era il dio della terra, fratello e sposo di Nut. Padre di Osiride, Iside, Seth e Nefti, rappresentava la fertilità e la stabilità del suolo.

Nut, dea del cielo e sposa di Geb, era la madre di Osiride, Iside, Seth e Nefti. Ogni sera inghiottiva il sole per partorirlo al mattino, simboleggiando il ciclo eterno della rinascita.

Iside, figlia di Nut e Geb, era la grande maga e madre divina. Sposa e sorella di Osiride, madre di Horus, rappresentava il trono e la maternità. Era una delle divinità più venerate, simbolo di protezione e amore materno.

Osiride, dio della vegetazione e re dell’Oltretomba, era figlio di Nut e Geb. Sposo-fratello di Iside e padre di Horus, governava il regno dei morti e fungeva da giudice supremo. Spesso raffigurato come una mummia da cui germogliano piante, rappresentava la rinascita e il ciclo vitale.

Nefti, sorella di Osiride, Iside e Seth, era la patrona della casa e moglie riluttante di Seth. Madre di Anubi, era associata alla protezione domestica e ai riti funebri.

Seth, dio del caos, della siccità e delle tempeste, rappresentava il lato distruttivo dell’esistenza. Fratello di Osiride, Iside e Nefti, era il marito di quest’ultima e il nemico mortale di Osiride, che uccise secondo la leggenda. Sebbene spesso considerato una forza negativa, Seth aveva anche il ruolo di protettore contro le minacce esterne.

Hathor, dea dell’amore, della musica e della danza, era associata alla fertilità e alla maternità. Spesso raffigurata come una vacca o con le corna bovine, il suo emblema era il sistro, uno strumento musicale rituale.

Horus, il dio falco, era il figlio di Iside e Osiride. Simbolo della regalità, era associato alla protezione e alla giustizia. Diviso in due aspetti principali, Horus il Grande (Haroeris) e Horus Bambino (Arpocrate), era considerato l’antenato dei faraoni, che si identificavano con lui.

Anubi, dio sciacallo, era il protettore dei defunti e della mummificazione. Figlio illegittimo di Osiride e Nefti, accompagnava i morti nell’oltretomba e supervisionava la pesatura del cuore, simbolo della verità.

Thot, dio della saggezza e della scrittura, era il messaggero degli dèi e il custode delle conoscenze. Rappresentato con la testa di ibis, governava la scienza, la magia e il ciclo lunare. Presenziava al giudizio dei defunti, assistendo Anubi nella pesatura del cuore.

Queste divinità formavano il cuore del pantheon egizio, incarnando i principi fondamentali della natura, del cosmo e della società, e svolgevano un ruolo essenziale nella vita quotidiana e spirituale dell’antico Egitto.

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vedi anche:

  • Il mito della creazione del mondo nell’antico Egitto

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