Poseidone, conosciuto come Nettuno dai Romani, era il potente dio del mare, delle tempeste, dei terremoti e della navigazione nella mitologia greca.

Poseidone, figlio di Crono e Rea, era fratello di Zeus, Ade, Era, Estia e Demetra. Considerato uno dei dodici dèi dell’Olimpo, la sua dimora, secondo la tradizione, non era sull’Olimpo, bensì in un magnifico palazzo situato nelle profondità marine vicino all’isola di Eubea.

“Trionfo di Nettuno e Anfitrite”, un mosaico romano di Cirta, ora al Louvre (Wikipedia – Pubblico dominio)

La sua sposa era Anfitrite, una delle Nereidi, che regnava al suo fianco sulle acque e ne condivideva il dominio sul vasto regno marino. Poseidone possedeva come simboli distintivi il tridente, dono dei ciclopi, il toro, il delfino e il cavallo, che egli stesso avrebbe addomesticato.
Nelle sue leggendarie stalle si trovavano magnifici cavalli bianchi con criniere d’oro e zoccoli di bronzo. Il suo carro d’oro, quando solcava le acque, calmava istantaneamente le tempeste, rendendolo un sovrano inarrestabile degli oceani.

Jacob de Gheyn II – Nettuno e Amfitrite (Wikipedia – Pubblico dominio)

Poseidone era ambizioso e desiderava dominare anche la terra. In Attica, rivendicò il territorio piantando il suo tridente sull’acropoli di Atene, da cui sgorgò un pozzo di acqua salata, visibile ancora oggi. Tuttavia, durante il regno di Cecrope, Atena si presentò e piantò un ulivo accanto al pozzo, offrendo un dono più utile per il popolo. Furioso, Poseidone la sfidò, ma Zeus intervenne e ordinò un arbitrato. Gli dèi maschi votarono per Poseidone, mentre le dee sostennero Atena. Con un solo voto di differenza, Atena fu dichiarata vincitrice, diventando la protettrice di Atene.

Le rivalità di Poseidone non si fermarono lì. Contese l’isola di Egina, la città di Corinto e persino l’Argolide, ma spesso uscì sconfitto o ricevette porzioni di territori che non lo soddisfacevano. In un’occasione, Zeus affidò la disputa sull’Argolide a tre fiumi locali, che decretarono a favore di Era, suscitando ulteriore ira in Poseidone.

Nonostante i contrasti, Poseidone lasciò il suo segno anche nel mondo degli equini, rivendicando l’invenzione della briglia e fondando le prime corse dei cavalli. 

Carle van Loo – Neptune and Amymone (Wikipedia – Pubblico dominio)

La vita amorosa di Poseidone era altrettanto tumultuosa. Quando Demetra, trasformata in giumenta per sfuggire agli innamoramenti, si rifugiò in Arcadia, Poseidone, mutatosi in stallone, la raggiunse. Da questa unione nacquero la ninfa Despoena e il cavallo selvaggio Aério.

In un altro episodio, Amymoné, inviata a cercare acqua per il suo popolo, venne attaccata da un satiro. Poseidone accorse in suo aiuto, scacciando l’aggressore con il tridente, che aprì una fonte d’acqua fresca. Innamoratosi di lei, le chiese di unirsi a lui, e dal loro incontro nacque Nauplio.

Poseidone ebbe numerosi figli e amanti, e il suo temperamento tempestoso si rifletteva nei mari e nei miti che lo circondavano, rendendolo una delle figure più affascinanti e complesse della mitologia greca.

 

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