Laerte, figlio di Arcesio e Calcomedusa, era il marito di Anticlea e il padre di Ulisse.
Nella Odissea, viene descritto come un uomo molto anziano, segnato dal dolore per l’assenza prolungata del figlio. Ritiratosi in campagna, vive dedicandosi alla cura di un giardino. È lì che Ulisse lo ritrova, dando vita a un incontro carico di emozione e tensione.
Dopo essersi raccontati le proprie vicende, padre e figlio si uniscono per ripristinare l’ordine nel palazzo di Itaca, liberandolo dai Proci. Nel canto finale, la dea Atena dona a Laerte una forza straordinaria, permettendogli di combattere al fianco di Ulisse e del nipote Telemaco contro i familiari dei Proci, giunti a Itaca per vendicarsi.
Secondo Apollodoro, Laerte partecipò alla spedizione degli Argonauti. Nelle Metamorfosi di Ovidio, è menzionato tra i cacciatori che affrontarono il cinghiale di Calidone.
Esiste inoltre una variante meno nota del mito secondo cui Ulisse non sarebbe figlio di Laerte, bensì di Sisifo.
Quest’ultimo, durante una visita ad Autolico, padre di Anticlea, avrebbe avuto una relazione con lei, consensuale o forzata.
Questo racconto sembra voler collegare l’astuzia leggendaria di Ulisse con quella di Sisifo, noto per la sua ingegnosità e condannato a una punizione eterna per i suoi inganni.