Alexandre Dumas padre, noto così per distinguerlo dal figlio omonimo, autore del celebre romanzo La signora delle camelie, è stato uno degli scrittori francesi più prolifici e amati del XIX secolo. Pur non vantando un profondo merito letterario, riuscì a guadagnare enorme fama dapprima come drammaturgo e successivamente come autore di romanzi storici, con opere intramontabili come Il conte di Montecristo e I tre moschettieri.
Nato il 24 luglio 1802, Alexandre era figlio di Thomas-Alexandre Davy de La Pailleterie, un soldato di umili origini ma figlio di un marchese, e di Marie-Cessette Dumas, una schiava originaria di Santo Domingo. Proprio da quest’ultima derivò il cognome che avrebbe reso celebre.
Rimasto orfano di padre, nel 1823 si trasferì a Parigi per intraprendere gli studi di legge. Qui, grazie alla sua eccellente calligrafia, ottenne incarichi presso il Duca d’Orléans, futuro re Luigi Filippo. Un anno dopo, nel 1824, nacque suo figlio Alexandre da una relazione con una vicina di pianerottolo.
In quegli anni, Dumas iniziò a farsi notare per le sue opere teatrali, che si inserivano nel contesto del movimento romantico francese. Sebbene oggi possano sembrare melodrammatiche e talvolta eccessive, le sue pièce ebbero un buon riscontro di pubblico.
Successivamente, Dumas si dedicò con successo al romanzo storico, collaborando con Auguste Maquet, coautore di molte delle sue opere più famose. I suoi romanzi, privi di grande profondità psicologica o rigore storico, erano pensati per offrire storie avvincenti e vivaci, ambientate in un contesto storico pittoresco.
Tra i suoi capolavori figurano I tre moschettieri (1844), Il conte di Montecristo (1844) e i seguiti della trilogia dei moschettieri, Vent’anni dopo e Il visconte di Bragelonne. Questi romanzi, pubblicati inizialmente a puntate, conquistarono il pubblico dell’epoca e continuano a essere considerati classici, adattati frequentemente per cinema e televisione.
Grande ammiratore di Giuseppe Garibaldi, Dumas tentò di sostenere la Spedizione dei Mille inviando armi. Dopo l’unificazione italiana, si trasferì a Napoli, dove ricoprì per tre anni la carica di “Direttore degli scavi e dei musei“. Tuttavia, nel 1864 fu costretto a dimettersi a causa del malcontento locale per la nomina di uno straniero. Durante il soggiorno napoletano, scrisse Il Corricolo e La San-Felice, una biografia romanzata di Luisa Sanfelice, figura chiave della Repubblica Partenopea.
Nel 1870, colpito da una malattia vascolare che lo rese semiparalizzato, si trasferì presso la villa del figlio a Puys, vicino a Dieppe. Qui morì il 6 dicembre 1870. Sebbene avesse espresso il desiderio di essere sepolto a Villers-Cotterêts, nel 2002 le sue spoglie furono trasferite al Panthéon di Parigi, un tributo postumo alla sua grandezza.
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