Rea, figura centrale nella mitologia greca, è una titanide, figlia di Urano e Gea, nonché sorella e sposa di Crono. È ricordata come madre di alcune delle principali divinità dell’Olimpo: Ade, Demetra, Era, Estia, Poseidone e Zeus.
Conosciuta anche come “grande madre” o “madre degli dei“, Rea fu identificata dai Romani con Opi, dea dell’abbondanza, e con Cibele, un’antica divinità anatolica.
Dea della natura, della terra e degli animali selvatici, Rea veniva spesso rappresentata circondata da leoni e altre creature selvagge, accompagnata dai suoi sacerdoti, i coribanti.
Si narra che sposò Crono, il quale, temendo di essere spodestato dai propri figli così come lui stesso aveva detronizzato il padre Urano, divorava ogni neonato subito dopo la nascita. Tra le vittime di questa terribile sorte vi furono Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone.
Furiosa per le azioni di Crono, Rea concepì un piano per salvare Zeus, il suo sesto figlio. Partorì Zeus in segreto sul Monte Liceo in Arcadia (o, secondo altre versioni, a Creta) e lo nascose affidandolo a Gea, la Madre Terra, dopo averlo immerso nel fiume Neda. Al posto del neonato, Rea consegnò a Crono una pietra avvolta in fasce, che egli divorò ignaro dell’inganno.
Il culto di Rea era diffuso soprattutto nell’Asia Minore, con importanti santuari sul Monte Ida e a Pessinonte, sede di un rinomato oracolo.
In Grecia continentale, i luoghi di culto della dea venivano spesso chiamati metroon, come accadde a Olimpia, Atene e il Pireo.
A Roma, il culto di Cibele (associata a Rea) venne introdotto nel 204 a.C., in seguito alla consultazione dei Libri Sibillini.
Da Pessinonte, i Romani trasportarono la Pietra Nera, simbolo della dea, e le dedicarono un tempio sul Palatino. Questo evento veniva celebrato ogni anno con la festa della Megalesia, che si svolgeva dal 4 al 10 aprile e comprendeva spettacoli e giochi solenni.
Le festività in onore di Cibele/Rea rievocavano il ciclo della natura, simboleggiando l’amore, la sofferenza, la morte e la rinascita di Attis, il suo compagno mitologico. Le celebrazioni includevano processioni con la statua della dea, danze, corse e rituali che rappresentavano il declino e la rinascita della vegetazione. Durante le cerimonie si usavano strumenti come flauti frigii, timpani, cembali e altri oggetti rituali.
Le raffigurazioni di Cibele/Rea sono particolarmente diffuse nell’Asia Minore, dove spesso veniva rappresentata come una figura maestosa o simboleggiata da un meteorite, come la celebre Pietra Nera di Pessinonte.
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