Busto di Saffo conservato nei Musei Capitolini a Roma. – Wikipedia, pubblico dominio

Saffo, celebre poetessa dell’antica Grecia, nacque nell’isola di Lesbo, probabilmente a Ereso o Mitilene, nella seconda metà del VII secolo a.C.
La data precisa della sua nascita rimane incerta: alcune fonti, come l’enciclopedia bizantina, la collocano intorno al 640 a.C., mentre il cronografo Eusebio propone il 610 a.C.

Ricostruire la biografia di Saffo è un’impresa complessa, offuscata da elementi romanzeschi e frammentari. Proveniente da una famiglia nobile,
Saffo aveva tre fratelli: Carasso, famoso per una relazione amorosa turbolenta che ne causò il declino economico, e i più giovani Eriguio e Larico. Quest’ultimo ricopriva il ruolo di coppiere nel pritaneo di Mitilene, una mansione riservata ai giovani delle migliori famiglie aristocratiche. Tuttavia, l’isola di Lesbo era scossa da violenti conflitti civili, che costrinsero Saffo e la sua famiglia all’esilio in Sicilia, forse a Siracusa o ad Akragas.

Le fonti ci descrivono Saffo come una donna di bassa statura e carnagione scura, un’immagine che alcuni attribuiscono a stereotipi socratici, secondo cui una bellezza interiore compensava l’aspetto esteriore poco attraente. Tuttavia, il poeta Alceo la elogiava, contestando tali descrizioni. Si dice che fosse sposata con Cercilia di Andro, un ricco mercante, ma questa notizia è ritenuta apocrifa.
È invece certo che Saffo avesse una figlia, Cleide, alla quale dedicò versi colmi di affetto materno. Recentemente, però, è stata avanzata l’ipotesi che Cleide fosse una giovane amata dalla poetessa, e non sua figlia.

La poetessa Saffo, seduta, legge una delle sue poesie in un incontro con tre amiche-studentesse che la circondano. Vaso attico (hydrie o kalpis) di Vari, opera del gruppo di  Polygnotos, 440-430 a.C. circa (Museo Archeologico Nazionale di Atene, n. 1260). -Wikipedia – User: Μαρσύας opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 2.5

L’attività principale di Saffo fu la poesia, strettamente legata alla sua scuola, un centro educativo e culturale dedicato alle giovani aristocratiche. Questo istituto, noto come tìaso, era consacrato al culto di Afrodite e aveva una forte connotazione religiosa. Qui le allieve ricevevano insegnamenti sulla ritualità domestica, il canto e la danza, preparandosi alla vita matrimoniale.
Saffo dedicò poesie a molte di loro, tra cui Archeanassa, Atthis, e Arignòta, generando leggende su presunti legami affettivi che andavano oltre il semplice rapporto maestro-allieva.

Lawrence Alma-Tadema – Saffo e Alceo (1881), dipinto conservato alla Walters Art Museum di Baltimora. – Wikipedia, pubblico dominio

Le lezioni nel tìaso avevano una forte componente poetico-musicale, con particolare enfasi sul canto corale. L’attività poetica di Saffo si articolava in componimenti raccolti in otto o nove libri, classificati per metro poetico. Tra i temi principali, vi erano le odi saffiche, i carmi e gli epitalami, canti dedicati ai matrimoni, in cui emergeva spesso la figura della dea Era, protettrice dell’unione coniugale.
Di questa vasta produzione restano oggi circa duecento frammenti, tra cui un’ode completa ad Afrodite e numerosi altri versi recuperati grazie ai papiri.

John William Godward – Nei giorni di Saffo. 1904 – Wikipedia, pubblico dominio

La data della sua morte, avvenuta probabilmente intorno al 570 a.C., è incerta. Alcuni suoi versi, che accennano al decadimento fisico, suggeriscono che Saffo abbia vissuto fino alla vecchiaia, lasciando un’eredità poetica che ha attraversato i secoli.

 

 

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