Nel vasto panorama del folklore dell’Europa orientale, poche figure evocano un senso di mistero e inquietudine come i Solomonari, maghi leggendari associati al controllo degli elementi e legati a oscure forze sovrannaturali.
Diffusi principalmente nella tradizione popolare romena, i Solomonari sono descritti come stregoni potenti, spesso identificati come apprendisti del Diavolo stesso.
La loro storia, intrecciata con miti antichi e influenze religiose, rappresenta un simbolo della lotta tra il sacro e il profano, la natura selvaggia e la civilizzazione.
Il termine Solomonari deriva probabilmente dal nome del re biblico Salomone, noto nella tradizione esoterica per la sua saggezza e il suo legame con la magia.
Tuttavia, nel folklore romeno, il nome assume una connotazione più sinistra, indicando non solo sapienza occulta, ma anche un patto con forze infernali.
Secondo le leggende, i Solomonari apprendono le loro arti magiche in una scuola segreta nascosta nelle viscere della terra o su alte montagne. Questa scuola è spesso descritta come un luogo di iniziazione sovrannaturale, dove i candidati imparano a dominare i venti, le tempeste e persino i draghi. Gli insegnanti erano gli Spiriti malvagi o, in alcune versioni, il Diavolo in persona. Molte storie sui Solomonari mettono in evidenza il loro legame con il Diavolo.
Secondo alcune tradizioni, il loro potere deriva da un patto diretto con le forze dell’inferno, stipulato durante l’iniziazione.
Questa connessione li rende temuti e odiati, ma anche rispettati per la loro capacità di controllare le forze naturali. Il loro compito principale sarebbe quello di mantenere l’equilibrio tra le forze della natura, scatenando tempeste o placandole secondo necessità.
Uno degli aspetti più affascinanti della leggenda dei Solomonari è il loro legame con i draghi, creature che essi cavalcano per viaggiare nel cielo e controllare i venti. I draghi, nella tradizione romena, non sono solo esseri mitologici, ma simboli di forza naturale indomabile. I Solomonari sono descritti come in grado di “domare” queste bestie, usando il loro potere per dirigere tempeste e distruggere raccolti.
Questa capacità li pone in una posizione ambigua: da un lato, vengono temuti come portatori di distruzione, ma dall’altro, sono visti come necessari per il mantenimento dell’ordine naturale.
Nella cultura contadina romena, i Solomonari rappresentano una figura liminale, che cammina sulla sottile linea tra il sacro e il profano.
Sebbene le loro abilità siano spesso descritte come malvagie, alcune tradizioni raccontano che essi abbiano un ruolo divino, mantenendo l’equilibrio cosmico. Tuttavia, la Chiesa cristiana li ha demonizzati, trasformandoli in simboli del peccato e del pericolo delle arti occulte.
Molte storie popolari suggeriscono che l’unico modo per proteggersi da un Solomonaro sia pregare o utilizzare simboli sacri come croci e acqua benedetta. In alcune versioni, il confronto tra un sacerdote e un Solomonaro diventa una battaglia epica tra il bene e il male.
I Solomonari restano un mistero affascinante, una finestra su un mondo antico dove il magico e il quotidiano si intrecciavano senza soluzione di continuità. Oggi, come allora, ci interrogano su ciò che siamo disposti a sacrificare per ottenere il potere e sul sottile confine tra il sacro e il maledetto.
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