Ti avverto, chiunque tu sia.
Oh tu che desideri sondare gli Arcani della Natura,
se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi
non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa,
Come pretendi di trovare altre meraviglie?
In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
Oh! Uomo conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei
(L’oracolo di Delfi)
Un’escursione a Delfi
Sono stata in Grecia pochissimi anni fa e ho visitato anche Delfi, alle pendici del Monte Parnaso, tanto sacro alle 9 Muse!
L’ho potuto ammirare solo dal basso,in un paesaggio selvaggio e grandioso.
E’ impensabile andare in Grecia e non visitare Delfi, considerata il centro della terra e sede dell’oracolo più celebre dell’antichità, dedicato ad Apollo.
Sono rimasta stupita da questa indicazione stradale: “Il Santuario di Apollo”, un luogo ritenuto sacro, recintato, nel quale ai lati della Via Sacra erano costruiti i monumenti votivi (tesori) e gli ex- voto provenienti dalle varie città con le ricche offerte.
Noi “pellegrini”, appena percorsa la serpeggiante e stancante Via Sacra siamo arrivati al TEMPIO DI APOLLO, di cui oggi rimangono solo sei colonne doriche (IV sec.a.C.), dove immaginavi subito la Pizia, seduta sul tripode a pronunciare profetiche parole in risposta alle questioni pubbliche o private su cui era consultata…..
Mi ricordo di essere stata avvolta da un’atmosfera di mistero e di grandezza!
Alcune immagini di Delfi scattate ed inviate dall’autrice (cliccate per ingrandirle)
Note di viaggio
Al Tempio di Apollo si accede da un sentiero parallelo alla strada, che conduce all’ingresso principale della zona archeologica e si giunge davanti alla porta sud-est del recinto sacro. Da questa porta inizia la Via Sacra, che si sviluppa serpeggiando e termina davanti al tempio di Apollo ed è fiancheggiata da basi di statue, diversi edifici, ex-voto, thesauròi, tra cui il magnifico tesoro degli Ateniesi, eretto con il bottino di Maratona.
La piazza davanti al tempio è dominata dall’altare di Apollo. Nel pronao erano scolpite le sentenze dei Sette Saggi “conosci te stesso” e nell’adyton, dove veniva interrogato l’oracolo, era custodito l’omfalòs.
Proseguendo tra “le bianche sacre pietre” attraverso una scalinata, si arriva al teatro (IV secolo a.C.)scavato nella roccia, conservato molto bene; contava 5000 posti a sedere. Da qui si gode uno splendido panorama su gran parte del Tempio.
Continuando a salire attraverso un sentierino, pochi metri più in alto, si arriva allo stadio, dove ogni 4 anni si svolgevano i Giochi Pitici, in ricordo della vittoria riportata da Apollo sul Serpente Pitone (un gigantesco drago, figlio della spodestata dea della terra Gea, cui era dedicato in origine l’oracolo delfico).
In pratica il teatro e lo stadio ospitavano i giochi pitici che consistevano in competizioni musicali ed atletiche, fra cui la corsa degli aurighi.
In una gola ad est del tempio di Apollo c’è la fonte Castalia, che non è stato possibile visitare per il pericolo di caduta massi. Qui venivano a purificarsi “i fedeli” prima di recarsi al tempio. Inoltre nell’antichità c’era il primitivo Tempio di Gea, la madre terra, sorvegliata dal serpente Pitone.
Narra il mito che Apollo, dio del Sole, nato a Delo, uccise il Pitone e, dopo essersi purificato dalla colpa, introdusse il proprio culto a Delfi con l’attributo di “Pizio”(e Pizia sarà la sua sacerdotessa). Questo cambiamento è da datarsi intorno al IX secolo a.C. quando le sculture votive femminili, che fino ad allora avevano ornato il Tempio,vennero sostituite da figure maschili. Anche se una divinità maschile aveva preso il posto di quello femminile, la figura centrale nel culto dell’oracolo restò una donna, la PIZIA, che sedeva in un antro sotterraneo del tempio,sul tripode sacro, accanto l’omfalòs, la pietra sacra che simboleggiava il centro della terra.
La risposta della Pizia veniva interpretata dai sacerdoti e profeti autorizzati che componevano il responso (oggi diremmo l’oroscopo). L’oracolo di Delfi fu determinante in diverse decisioni politiche e nell’incoraggiare le campagne di colonizzazione.
Rilevante fu l’influenza di Apollo, il dio che assolveva dai peccati e dettava leggi nell’etica e nel diritto in Grecia.
Chi riceveva i responsi dell’oracolo esprimeva gratitudine con offerte votive, che si accumularono così a Delfi e furono poi collocate in appositi edifici i thesauròi (tesori). Molti di essi andarono perduti nel corso dei secoli, ma importanti reperti sono conservati e si possono vedere nel museo di Delfi, che si trova tra la zona archeologica e il paese. Raccoglie le opere recuperate durante gli scavi tra cui il famosissimo Auriga di Delfi (V sec.a.C.), imponente e straordinaria statua in bronzo dalle forme semplici e l’omfalòs (ombelico della terra), copia di età romana, a forma di pietra conica decorata a rilievi.
Ho ancora impresso il paesaggio meraviglioso e quasi surreale, dove lo sguardo incantato spaziava sui declivi ricchi di ulivi argentati, che fornivano una splendida cornice alle grandiose opere architettoniche del tempo passato.
Indimenticabile poi la visione del sottostante golfo di Corinto. Questa mi ha subito portato alla mente il soggiorno di San Paolo, che visse in questo luogo un anno e mezzo e, pur facendo il sarto, scrisse le famose lettere ai Corinzi.
Lavinia
__________________
.