Albrecht Dürer (1471-1528) è universalmente riconosciuto come il più grande esponente del Rinascimento tedesco.
La sua arte rappresenta un punto di incontro tra le influenze della pittura fiamminga e italiana, due tradizioni che a loro volta subirono l’impatto della sua straordinaria produzione. Grazie all’umanesimo, Dürer abbandonò definitivamente lo stile gotico, predominante in Germania fino alla fine del Quattrocento, per abbracciare un linguaggio artistico realistico e innovativo.
La fama di Dürer inizialmente si deve soprattutto al suo eccezionale talento come incisore. Con circa 350 incisioni e xilografie, portò queste tecniche a livelli di perfezione mai raggiunti prima, consentendo una vasta diffusione delle sue opere. Fu inoltre pittore di corte per gli imperatori Massimiliano I e Carlo V, consolidando ulteriormente il suo prestigio.
Dürer trascorse la maggior parte della sua vita a Norimberga, dove oggi la sua casa è stata trasformata in un museo dedicato al suo lavoro. Tuttavia, intraprese numerosi viaggi di studio, soprattutto in Italia e nei Paesi Bassi, dove entrò in contatto con le tradizioni artistiche locali che influenzarono profondamente il suo stile.
Nella sua vasta produzione artistica, Dürer si distinse particolarmente nell’arte del ritratto e dell’autoritratto, dimostrando una straordinaria capacità di indagine psicologica.
Oltre a essere un maestro nell’arte visiva, Dürer si dedicò alla teoria dell’arte, scrivendo trattati fondamentali sulle proporzioni del corpo umano e sulle regole della composizione.
Per molti critici e storici dell’arte, egli rappresenta il più grande artista tedesco di tutti i tempi.
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