Apollo (Sole) e Leucotoe nel dipinto dell’artista francese Antoine Boizot (1702-1782) conservato presso il Musée des Beaux-Arts di Tours – Wikipedia, pubblico dominio

Venere (Afrodite), desiderosa di vendicarsi di Apollo per averla sorpresa in compagnia di Marte (Ares), lo fece innamorare di una mortale, Leucotoe, figlia di Orcamo, re degli Achemenidi, e di Eurinome.
Per conquistare la giovane, Apollo assunse l’aspetto della madre di lei e si introdusse nella stanza dove Leucotoe stava tessendo insieme alle sue ancelle. Una volta rimasti soli, riuscì a sedurla.

Clizia, una ninfa che nutriva un amore profondo per Apollo, scoprì il segreto e, spinta dalla gelosia, lo rivelò al padre di Leucotoe.
Orcamo, furioso, condannò la figlia a una crudele punizione, facendola seppellire viva.

Disperato per la perdita dell’amata, Apollo tentò di salvarla trasformando il luogo della sua sepoltura in una pianta d’incenso. Tuttavia, non riuscì a riportarla in vita.

Clizia, Evelyn De Morgan, circa 1887 – Wikipedia, pubblico dominio

Non volendo più avere nulla a che fare con Clizia, il dio la ignorò, e la ninfa, sopraffatta dal dolore, si lasciò consumare. Seduta immobile, trascorse i suoi giorni fissando il carro del Sole guidato da Apollo nel cielo, finché il dio, impietosito dalla sua sofferenza, la trasformò in un fiore. Questo fiore, il girasole, segue il Sole nel suo percorso durante la giornata, inclinando i suoi petali verso di esso.

Il mito è narrato da Ovidio nelle Metamorfosi (IV, 190-255), dove il poeta immagina che sia raccontato da una delle Miniadi.

Charles de La Fosse – Clizia trasformata in un girasole – Wikipedia, pubblico dominio

Il racconto, però, può essere letto anche in chiave esoterica.

Si dice che Orcamo sia stato il primo a coltivare l’incenso (simbolizzato da Leucotoe) e che il Sole, rappresentato da Apollo, abbia favorito questa coltivazione riscaldando l’ambiente e sprigionando l’aroma della pianta.

La rivalità tra Clizia e Leucotoe, invece, riflette un fenomeno naturale: il girasole, fiore in cui Clizia fu trasformata, è noto per ostacolare la crescita degli alberi di incenso, decretandone così la fine.

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