Euno (in greco antico Εὔνους, probabilmente derivante da “benevolo” o “di buon animo“) è una figura storica e leggendaria, noto come il leader della Prima Guerra Servile, una delle principali rivolte di schiavi che scossero la Repubblica Romana nel II secolo a.C.
Euno guidò i ribelli schiavi in Sicilia contro i loro padroni romani, mettendo in evidenza la profonda crisi sociale ed economica che affliggeva l’isola e l’intera Repubblica.
Le informazioni su Euno provengono principalmente dagli storici dell’antichità come Diodoro Siculo, che descrive la sua leadership durante la rivolta degli schiavi avvenuta tra il 136 e il 132 a.C.
Euno era originario della Siria, catturato e ridotto in schiavitù in Sicilia, dove divenne servitore di un ricco proprietario terriero.
La Sicilia, all’epoca, era un importante granaio della Repubblica Romana, con un’economia fortemente dipendente dal lavoro degli schiavi.
Le condizioni disumane di vita e lavoro, unite alla brutalità dei padroni, crearono un terreno fertile per il malcontento e la ribellione.
Euno guadagnò una certa fama tra gli schiavi grazie alle sue presunte capacità profetiche e al suo carisma. Si dice che affermasse di ricevere visioni e messaggi divini dalla dea Atargatis, una divinità siriana.
Questo lo rese una figura ispiratrice per molti schiavi, che lo considerarono un leader religioso oltre che politico.
Nel 136 a.C., Euno guidò una rivolta che ebbe inizio a Enna, un’importante città fortificata della Sicilia.
Con l’aiuto di circa 400 schiavi iniziali, che presto aumentarono a decine di migliaia, prese la città, massacrò i proprietari terrieri e proclamò se stesso re, adottando il nome di Antioco, in onore dei re seleucidi della sua terra natale. Organizzò una sorta di corte e coniò monete, cercando di legittimare il suo governo.
Nonostante alcuni successi iniziali, la rivolta guidata da Euno iniziò a subire pesanti sconfitte a causa della mancanza di risorse e dell’organizzazione militare superiore dell’esercito romano.
Dopo anni di resistenza, la rivolta fu definitivamente soppressa nel 132 a.C. dall’esercito romano guidato dal console Publio Rupilio.
Euno fu catturato mentre cercava rifugio in una grotta insieme ai suoi seguaci più fidati. Non fu giustiziato immediatamente, ma morì in prigionia a Morgantina, probabilmente a causa di una malattia.
La sua morte segnò la fine della Prima Guerra Servile, ma la sua figura rimase simbolo di resistenza contro l’oppressione. La rivolta da lui guidata rappresentò uno dei primi segnali delle tensioni interne che avrebbero minato la stabilità della Repubblica Romana.
Euno è oggi ricordato non solo come un leader carismatico, ma anche come un esempio di lotta contro la tirannia e l’ingiustizia, capace di unire migliaia di persone in un’epoca di profonde disuguaglianze.