Pelia, figlio del dio Poseidone e di Tiro, è una figura chiave della mitologia greca. Usurpa il trono di Iolco, sottraendolo al fratellastro Esone, legittimo sovrano e padre di Giasone.
Secondo la leggenda, Pelia e il fratello Neleo furono esposti da piccoli per eliminare la prole illegittima di Poseidone, ma sopravvissero.
Un oracolo aveva messo in guardia Pelia: avrebbe dovuto temere un uomo con un solo sandalo. Questo presagio si avverò quando Giasone, tornato a Iolco dopo vent’anni trascorsi sotto la tutela del centauro Chirone, si presentò al re indossando un solo calzare. Pelia, riconoscendolo come la minaccia annunciata, lo incontrò mentre scendeva le scale di un tempio.
Per sbarazzarsi del nipote, Pelia lo costrinse a intraprendere l’ardua spedizione alla ricerca del Vello d’Oro. Tuttavia, al ritorno dalla sua missione, Giasone, con l’aiuto della maga Medea, orchestrò la vendetta contro lo zio. Medea ingannò le figlie di Pelia, convincendole che avrebbero potuto ringiovanire il padre immergendolo in un calderone bollente. Ingannate dal sortilegio, le giovani compirono il rito, causando la morte di Pelia.
Tra le figlie di Pelia si trovava Alcesti, che si distinse dalle sorelle non partecipando all’inganno.
La vicenda di Pelia e delle sue figlie era al centro del dramma Le Peliadi di Euripide, rappresentato per la prima volta nel 455 a.C.
Pelia compare anche nelle Argonautiche di Apollonio Rodio e nella IV Pitica di Pindaro, confermandosi una figura di rilievo nella mitologia legata a Giasone e agli Argonauti.
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