Eurimedonte è una figura enigmatica della mitologia greca, identificato come un Gigante o, in alcune tradizioni, come un Titano. Egli è descritto come figlio di Urano (il Cielo) e di Gea (la Terra), rendendolo così parte della primordiale stirpe divina che precedette l’avvento degli dèi olimpici.

Secondo l’epica omerica, Eurimedonte era un sovrano di una razza di uomini giganteschi e selvaggi, probabilmente i Giganti, che abitavano in una terra remota situata nell’estremo Occidente. Questa regione viene identificata con l’isola di Thrinacia, la quale potrebbe corrispondere alla Trinacria, l’antico nome della Sicilia.
Nell’Odissea, Omero lo menziona fugacemente con le parole:
«Eurimedonte, che regnava sui Giganti superbi… il pazzo suo popolo, e lui stesso perì».
Tuttavia, non vengono fornite spiegazioni precise sulla sua fine né sul motivo per cui il suo popolo sia stato annientato.

Francisco Bayeu – Olimpo: La caduta dei giganti – Museo del Prado – Wikipedia, pubblico dominio

Oltre al suo ruolo di re dei Giganti, la tradizione mitologica gli attribuisce una discendenza: sempre secondo Omero, Eurimedonte sarebbe stato il padre di Peribea, una figura meno nota ma presente in alcuni miti legati alla genealogia di eroi e re dell’antichità.

Un’altra tradizione, meno diffusa e di origine posteriore, gli attribuisce un ruolo ancora più intrigante. Secondo questa versione del mito, Eurimedonte avrebbe sedotto Hera (Era) prima che ella divenisse la sposa di Zeus, quando ancora viveva con i suoi genitori, Crono e Rea. Da questa unione sarebbe nato Prometeo, il celebre Titano noto per aver donato il fuoco agli uomini e per la sua eterna sfida al potere di Zeus.

Quando Zeus sposò Hera, si accorse che la dea non era più vergine e, furioso per questo affronto, punì severamente Eurimedonte. Egli venne precipitato nel Tartaro, la prigione infernale riservata alle creature ribelli e ai nemici degli dèi. Zeus, inoltre, colse il primo pretesto possibile per imprigionare e punire Prometeo, facendolo incatenare su una rupe, dove un’aquila divina gli divorava il fegato ogni giorno, in un tormento perpetuo.

La figura di Eurimedonte rimane avvolta nel mistero: a differenza di altri Giganti o Titani, il suo ruolo non è centrale nei grandi cicli mitologici, ma appare frammentario e legato a episodi di difficile interpretazione. La sua storia si intreccia con quella dei Giganti ribelli, con il destino di Prometeo e con i segreti del passato di Hera, aggiungendo un elemento oscuro e poco esplorato alla mitologia greca.

Condividi: