Gabriel von Max – Estasi della beata Anna Katharina Emmerich, 1885 – Nuova Pinacoteca, Monaco di Baviera – Wikipedia, pubblico dominio |
Beata Anna Katharina Emmerick (1774-1824) racconta:
“Il mio angelo mi accompagna spesso: a volte cammina davanti a me, altre volte al mio fianco. È sempre silenzioso e sereno, e le sue rare risposte sono accompagnate da un lieve movimento della mano o un’inclinazione del capo. La sua figura è luminosa e trasparente; a volte austera, altre colma di dolcezza. Ha capelli lisci e sciolti, che riflettono la luce, e indossa un’ampia veste splendente come l’oro, con il capo scoperto. Con lui parlo con fiducia e ricevo istruzioni. Al suo fianco provo una gioia celestiale…
In alcune occasioni, ho visto angeli vegliare su città e regioni, proteggendole e difendendole.”
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 Angela of Foligno – Wikipedia, pubblico dominio |
La Beata Angela da Foligno (1250-1309) era una donna di straordinaria bellezza, appartenente a una famiglia nobile e benestante. Sposata felicemente e madre di sette figli, la sua vita sembrava perfetta. Tuttavia, il destino le riservò una dura prova: uno dopo l’altro, perse il marito e tutti i suoi figli.
A quarant’anni, segnata dal dolore ma illuminata dalla fede, decise di consacrare interamente la sua vita a Dio, distribuendo i suoi beni ai poveri. Divenne una mistica straordinaria, ricevendo le stimmate e vivendo esperienze di estasi profonde, fino a raggiungere il cosiddetto “matrimonio spirituale” con il Signore. Per dodici anni, visse senza assumere cibo né acqua, nutrendosi unicamente della Santa Comunione.
Nel suo libro Visioni e istruzioni, descrive le sue frequenti esperienze mistiche con gli angeli, affermando:
«Se non l’avessi provato, non avrei mai creduto che la loro visione potesse donare una gioia così grande».
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 Di The Monks of Baudeloo (Boudelo) Abbey – “Sancti Bernardi Melliflui Doctoris Ecclesiae, Pulcherrima & Exemplaris Vitæ Medulla”, p. 40, Antwerp, 1653., Pubblico dominio, Collegamento |
San Bernardo (1090-1153), nella Regola, ricorda ai suoi monaci l’importanza di recitare l’Ufficio Divino con la consapevolezza di trovarsi alla presenza di Dio e degli angeli.
In un altro passo, esorta alla devozione e alla riconoscenza verso questi celesti custodi, dicendo:
«Siamo devoti e grati a questi angeli così eccelsi, corrispondiamo al loro amore e onoriamoli come è nostro dovere. Siamo come fratelli minori, ancora in cammino lungo un sentiero difficile e pieno di insidie. Tuttavia, non dobbiamo temere, perché siamo sotto la protezione di custodi così potenti. Essi ci guidano e non possono essere né sconfitti né ingannati, né tantomeno ingannarci. Sono fedeli, prudenti e forti. Perché avere paura? Ci basta seguirli e rimanere uniti a loro per vivere all’ombra dell’Onnipotente». (Sermone 12)
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 Presunto ritratto di San Francesco realizzato da Cimabue nella Basilica inferiore di San Francesco d’Assisi – Wikipedia, pubblico dominio
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San Francesco d’Assisi (1182-1226) nutriva una profonda devozione per gli angeli, come racconta San Bonaventura:
«Era legato agli angeli da un vincolo d’amore indissolubile. Questi spiriti ardono di un fuoco meraviglioso, con il quale penetrano in Dio e infiammano le anime degli eletti. Per onorarli, a partire dalla festa dell’Assunzione della Vergine Santissima, San Francesco digiunava per quaranta giorni, dedicandosi interamente alla preghiera. Tra tutti gli angeli, nutriva una particolare devozione per San Michele Arcangelo».
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 San Francesco di Sales – Wikipedia, pubblico dominio |
San Francesco di Sales (1567-1622), prima di pronunciare un sermone, osservava attentamente i suoi ascoltatori e pregava i loro angeli custodi affinché preparassero le loro anime ad accogliere le sue parole.
A questa invocazione attribuiva la straordinaria efficacia delle sue predicazioni, capaci di toccare i cuori e condurre molti peccatori alla conversione. |
 Una rappresentazione giapponese di San Francesco Saverio, risalente al 17 ° secolo. – Wikipedia, pubblico dominio |
San Francesco Saverio (1506-1552), in una lettera ai suoi confratelli di Goa, scriveva:
«Ho riposto la mia fiducia in Gesù Cristo, nella Vergine Maria e nei nove cori degli angeli. Tra essi, ho scelto come protettore e campione della Chiesa militante San Michele Arcangelo, e confido molto nel suo aiuto. A lui è affidato il grande regno del Giappone, e ogni giorno mi raccomando alla sua protezione e a quella di tutti gli angeli custodi dei Giapponesi».
Profondamente devoto al suo angelo custode, si affidava sempre alla sua guida e protezione.
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 Eugénie Salanson – Ritratto di Don Bosco – Wikipedia, pubblico dominio |
San Giovanni Bosco (1815-1888) insegnava ai suoi giovani a confidare nell’angelo custode, dicendo:
«L’angelo custode desidera aiutarvi molto più di quanto voi desideriate essere aiutati da lui… In ogni afflizione, rivolgetevi a lui con fiducia, ed egli verrà in vostro soccorso».
Nella sua Autobiografia, Don Bosco racconta un episodio straordinario: per trent’anni, gli apparve un misterioso cane, mai visto mangiare, dall’aspetto simile a un lupo e alto circa un metro. Lo chiamava Grigio, e più volte lo salvò da pericoli mortali. Convinto che si trattasse del suo angelo custode, scrisse:
«Una sera, mentre tornavo a casa da solo, immerso nel buio e con una certa paura, mi accorsi della presenza di un grosso cane. In un primo momento mi spaventò, ma presto mi resi conto che non aveva atteggiamenti ostili, anzi, sembrava cercare la mia amicizia, quasi fossi il suo padrone. Mi accompagnò fino all’oratorio, e lo stesso accadde molte altre volte. Posso dire che Grigio mi ha reso servizi preziosi… Non ho mai saputo a chi appartenesse, ma per me fu una vera provvidenza nei momenti di pericolo».
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San Padre Pio (1887-1968) ebbe numerose esperienze dirette con il suo angelo custode e nutriva una profonda devozione per lui. Insegnava ai suoi figli spirituali a fare altrettanto, raccomandando loro di inviare il proprio angelo quando si trovavano in difficoltà. Vedi: L’Angelo Custode e Padre Pio |
 Carlo Crivelli – San Tommaso d’Aquino – Wikipedia, pubblico dominio |
San Tommaso d’Aquino (1225-1274) ebbe numerose visioni e comunicazioni con gli angeli nel corso della sua vita. A loro dedicò ampio spazio nella sua Summa Theologica (S. Th. I, q. 50-64), trattandone con tale acutezza e profondità che i suoi contemporanei lo soprannominarono “Doctor Angelicus”, il Dottore Angelico.
Secondo San Tommaso, gli angeli sono esseri puramente spirituali e immateriali, di numero incalcolabile, diversi tra loro per saggezza e perfezione, e suddivisi in gerarchie. Egli sosteneva che siano sempre esistiti, ma che furono creati da Dio, forse ancor prima del mondo materiale e dell’uomo.
Ogni persona, indipendentemente dalla sua fede o dalla sua condotta, ha un angelo custode che non lo abbandona mai, neppure se è un grande peccatore. Gli angeli non impediscono all’uomo di esercitare il suo libero arbitrio, anche quando sceglie il male, ma lo accompagnano illuminandolo e ispirandogli sentimenti di bontà.
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Sant’Antonio Maria Claret – Wikipedia, pubblico dominio |
Sant’Antonio Maria Claret (1807-1870) racconta nella sua Autobiografia un episodio straordinario accaduto il 21 settembre 1839, quando, giunto a Marsiglia per imbarcarsi verso Roma, incontrò un misterioso cavaliere:
«Mi fu accanto con una gentilezza, un’amabilità e una premura così straordinarie da sembrare inviato da un grande Signore per assistermi in ogni cosa. Più che un uomo, sembrava un angelo: così modesto, sereno e allo stesso tempo pacato, così pio e devoto, che mi conduceva sempre nelle chiese, cosa che mi riempiva di gioia. Non mi invitò mai a entrare in un caffè o in luoghi simili, né lo vidi mai mangiare o bere».
Sarà stato il suo angelo custode?
Lo stesso Santo afferma di aver sperimentato in più occasioni la protezione visibile della Santissima Vergine, degli angeli e dei santi, soprattutto durante le persecuzioni subite dai suoi nemici.
«La Santissima Vergine e i suoi angeli mi accompagnarono lungo cammini sconosciuti, mi liberarono da ladroni e assassini, e mi condussero in porto sicuro, senza che io sapessi come». (cap. 31)
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 St. Catherine Labouré – Wikipedia, pubblico dominio |
Santa Caterina Labouré (1806-1876) ebbe il dono straordinario di vedere il suo angelo sotto le sembianze di un bambino. La notte del 18 luglio 1830, fu svegliata da questa presenza luminosa: un fanciullo bellissimo, vestito di bianco, che le parlò con voce celestiale.
«Vai alla cappella, perché lì ti attende la Beata Vergine Maria; io ti accompagno», le disse.
Senza esitare, Caterina si vestì in fretta e seguì l’angelo. Al loro passaggio, le lampade si accendevano da sole e le porte si aprivano spontaneamente. Quando giunsero in cappella, la luce già la illuminava interamente.
Apparve allora la Vergine Maria. Senza esitazione, Caterina si rifugiò nel suo grembo, avvertendo una gioia indescrivibile, come se provenisse direttamente dal cielo. Tra le molte cose che le disse, Maria le indicò il tabernacolo e le raccomandò:
«Se avrai problemi, ricorri sempre a Gesù Sacramentato».
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 Ritratto di Santa Maria Faustina Kowalska – Wikipedia, pubblico dominio |
Santa Faustina Kowalska (1905-1939) racconta nel suo Diario le straordinarie esperienze vissute con gli angeli.
«Il mio angelo mi accompagnò nel viaggio fino a Varsavia. Quando entrammo nella portineria del convento, sparì… Tuttavia, quando ripartii in treno da Varsavia verso Cracovia, lo vidi nuovamente al mio fianco. Giunti alla porta del convento, scomparve di nuovo». (Diario I, 202)
Durante il viaggio, Faustina vide qualcosa di ancor più straordinario:
«Sopra ogni chiesa che incontravamo lungo il tragitto, c’era un angelo, sebbene la loro lucentezza fosse più tenue rispetto a quella dello spirito che mi accompagnava. Ogni volta che passavamo, gli angeli custodi dei sacri edifici si inchinavano davanti al mio. Ringraziavo il Signore per la sua bontà, poiché ci dona gli angeli come compagni. Oh, quanto poco la gente pensa al fatto che ha sempre accanto un ospite così grande e, al tempo stesso, testimone di tutto!» (Diario II, 88)
Un giorno, mentre era inferma, Faustina ricevette un’altra celeste visione:
«All’improvviso vidi accanto al mio letto un serafino che mi porse la Santa Comunione, pronunciando queste parole: “Ecco qui il Signore degli angeli”. Questo evento si ripeté per tredici giorni. Il serafino era avvolto in uno splendore celestiale e trasmetteva la divina atmosfera e l’amore di Dio. Indossava una tunica dorata, sopra la quale portava una cotta trasparente e una stola luminosa. Il calice che teneva era di cristallo e coperto da un velo trasparente. Dopo avermi dato la Comunione, sparì». (Diario VI, 55)
Colpita da questa visione, Faustina chiese al serafino se potesse confessarla, ma la risposta fu chiara:
«Nessuno spirito celeste ha questo potere» (Diario VI, 56).
Infine, Santa Faustina racconta che spesso Gesù le rivelava in modo misterioso quando un’anima agonizzante aveva bisogno delle sue preghiere, ma in molte occasioni era il suo stesso angelo custode ad avvisarla.
«Molte volte è il mio Angelo Custode che mi dice quando un’anima ha bisogno delle mie preghiere» (Diario II, 215).
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 Giovanni Antonio Galli – Santa Francesca Romana con l’angelo – Wikipedia, pubblico dominio |
Santa Francesca Romana (1384-1440) ebbe la straordinaria grazia di avere sempre accanto a sé il suo angelo custode per ben 34 anni. Lo vedeva sia di giorno che di notte, e la sua presenza celestiale irradiava una luce così intensa da illuminare l’intera casa, permettendole di recitare l’Ufficio Divino nelle ore notturne e di dedicarsi ai lavori domestici.
L’angelo le appariva sempre alla sua destra, sia in casa che in chiesa, così come lungo le strade. Se qualcuno commetteva un’azione cattiva in sua presenza, copriva il volto con le mani in segno di dolore. La luce che emanava era così intensa che Santa Francesca poteva guardarlo direttamente solo in tre circostanze: durante la preghiera, nei momenti di tentazione da parte dei demoni, o quando parlava del suo celeste protettore con il confessore.
Il suo angelo aveva l’aspetto di un bambino di circa dieci anni, con un volto rivolto verso il cielo e le mani incrociate sul petto. Indossava una lunga tunica bianca che gli arrivava alle caviglie, lasciando scoperti solo i piedi nudi. I suoi capelli, morbidi e dorati, cadevano sulle spalle in dolci riccioli, donandogli un’aura di indescrivibile purezza e bellezza.
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 Jules Ernest Livernois – “La serafica Gemma Galgani.”, 1916 – British Library – Wikipedia, pubblico dominio |
Santa Gemma Galgani (1878-1903) racconta nel suo Diario le straordinarie esperienze vissute con il suo angelo custode, che non la lasciava mai sola:
«Gesù non mi lascia sola nemmeno per un istante, perché sono sempre in compagnia del mio angelo custode… Dal momento in cui mi alzo, egli assume il ruolo di maestro e guida: mi corregge quando sbaglio e mi insegna a parlare poco».
L’angelo, severo e amorevole al tempo stesso, la ammoniva se non obbediva pienamente al suo confessore e la esortava alla perfezione. Le dettava regole di vita spirituale:
«Chi ama Gesù, parla poco e sopporta molto. Obbedisce puntualmente al confessore in tutto, senza replicare. Quando commetti un errore, fai subito atto di accusa e chiedi perdono. Ricordati di tenere a freno il tuo sguardo, perché l’occhio mortificato vedrà le meraviglie del cielo». (28 luglio 1900)
Ogni mattina, al risveglio, trovava il suo angelo al fianco, che la aiutava e la benediceva prima di scomparire. Spesso le ricordava:
«Il cammino più rapido e sicuro per arrivare a Gesù è quello dell’obbedienza». (9 agosto 1900)
Un giorno le disse con dolcezza:
«Sarò la tua guida e il tuo compagno inseparabile».
L’angelo non solo la guidava, ma addirittura le dettava le lettere:
«Scriverò presto a M. Giuseppa, ma devo aspettare che venga il mio angelo custode a dettarmela, perché io non so cosa dirle».
Rivolgendosi al suo direttore spirituale, padre Germano, raccontava:
«Dopo la sua partenza, sono rimasta con i miei amati angeli, ma solo il mio e il suo si lasciavano vedere. Il suo ha imparato a fare ciò che faceva lei: al mattino viene a svegliarmi e la sera mi dà la sua benedizione… Il mio angelo mi abbracciò e mi baciò molte volte. Mi sollevò dal letto, mi accarezzò con tenerezza e, baciandomi, mi disse: “Gesù ti ama molto, amalo anche tu”. Poi mi benedisse e scomparve».
Un giorno, mentre si sentiva male, l’angelo le porse una tazza di caffè, aggiungendovi alcune gocce di un misterioso liquido bianco:
«Era così saporito che subito mi sentii guarita. Poi mi fece riposare un po’. Spesso gli chiedo di ottenere il permesso da Gesù per restare con me tutta la notte. Se il Signore lo permette, non mi abbandona fino al mattino». (20 agosto 1900)
Il suo angelo si prendeva cura di lei come un infermiere e persino come un messaggero. Le portava le lettere alla posta e le consegnava quelle ricevute.
«La presente lettera – scrive a padre Germano – la consegno al suo angelo custode, che mi ha promesso di portargliela. Faccia altrettanto e risparmi qualche centesimo… Venerdì mattina ho spedito una lettera tramite il suo angelo custode, che mi ha assicurato di consegnargliela, perciò suppongo che l’abbia ricevuta».
Alcune lettere, secondo la testimonianza del suo direttore, arrivavano addirittura in modo misterioso, trasportate da un piccolo uccello, forse inviato dagli angeli stessi.
Padre Germano racconta anche che, quando parlava con Gemma, le chiedeva se il suo angelo fosse presente. Lei allora alzava lo sguardo verso il punto in cui di solito si trovava e, con naturalezza, entrava in estasi, rimanendo assorta nella contemplazione per tutto il tempo in cui lo fissava.
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 Santa Gertrude in un’incisione tedesca – Wikipedia, pubblico dominio
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Santa Gertrude (1256-1301) racconta che un giorno fu ispirata a offrire la Santa Comunione in onore dei nove cori degli angeli.
Dio le concesse la grazia di vedere la loro gioia e gratitudine per quel gesto d’amore.
L’emozione che provò fu indescrivibile: mai avrebbe immaginato che un atto così semplice potesse donare loro una felicità così grande.
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 Giovanna d’Arco all’incoronazione del re Carlo VII nella cattedrale di Reims (Wikipedia – Pubblico dominio)
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Santa Giovanna d’Arco (1412-1431), l’eroina francese, aveva una profonda familiarità con il mondo celeste. Quando le chiesero cosa pensasse degli angeli, rispose con semplicità e fermezza:
«Molte volte li ho visti tra la gente».
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 Corrado Giaquinto – Santa Margherita Maria Alacoque che contempla il Sacro Cuore di Gesù – WGA8959 – Wikipedia, pubblico dominio |
Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) racconta nella sua Autobiografia le straordinarie esperienze vissute con il suo angelo custode:
«Si diceva che spesso godessi della sua presenza e che lui stesso, con amore e fermezza, mi riprendesse… Non poteva tollerare la minima immodestia o mancanza di rispetto davanti al mio Signore nel Santissimo Sacramento. Lo vedevo prostrato al suolo in adorazione e desiderava che anch’io facessi lo stesso. Era sempre pronto ad assistermi nelle mie necessità e non mi ha mai rifiutato nulla di ciò che gli ho chiesto».
Un giorno, Gesù le rivolse parole di conforto:
«Figlia mia, non affliggerti, perché voglio donarti un custode fedele che ti accompagni ovunque e ti assista in ogni necessità, sia interiore che esteriore, impedendo al nemico di approfittare delle tue debolezze e delle cadute provocate dalle sue suggestioni».
Questa promessa divina le infuse una tale forza interiore da farle sentire di non dover temere nulla.
«Questo custode fedele della mia anima mi assiste con tanto amore da liberarmi da ogni afflizione».
Santa Margherita racconta anche che, nei momenti in cui riceveva le visite del Signore, il suo angelo sembrava scomparire. Quando gli chiese il motivo, egli rispose:
«Durante tutto quel tempo, rimango prostrato con profondo rispetto, per rendere omaggio alla grandezza infinita del Signore, che si abbassa fino alla tua piccolezza».
Ed effettivamente, ogni volta che il Divino Sposo le donava le sue amorose grazie, lei poteva vedere il suo angelo adorarlo in silenziosa venerazione.
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 Santa Maria Michela del Santissimo Sacramento – Wikipedia, pubblico dominio |
Santa Michela del Santissimo Sacramento (1809-1865) racconta nella sua Autobiografia un’esperienza straordinaria con gli angeli:
«Per me, chiedere l’aiuto degli angeli è un fatto quotidiano e del tutto naturale. Quando ho bisogno di chiamare qualcuno, mando il mio angelo custode, e subito quella persona arriva, sia che la conosca o meno.
Di giorno, di notte, all’alba o a tarda ora, ho chiamato in questo modo il mio segretario, che abitava molto lontano, e ogni volta l’angelo lo ha condotto da me. Mai mi ha deluso. In alcune giornate, per imprevisti, mi è capitato di chiamare la stessa persona anche tre volte, ed è sempre venuta. Curiosa di sapere come avvenisse questo prodigio, chiesi a chi avevo chiamato cosa avesse provato. Tutti risposero allo stesso modo: avevano avvertito un’inquietudine interiore. Appena varcavano la soglia della mia stanza, mi chiedevano:
“Mi ha chiamato attraverso un angelo? Non mi ha lasciato in pace finché non sono venuto”.
Per questo motivo, dico sempre alle persone che frequento di imparare a usare gli angeli come faccio io».
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 Dipinto di Padre Juan de la Miseria: Teresa d’Avila, nel Convento dei Carmelitani di Siviglia – Wikipedia, pubblico dominio |
Santa Teresa di Gesù (1515-1582) ebbe numerose visioni di angeli, una delle quali descrive con stupore:
«Vidi un angelo accanto a me in forma corporea, cosa che sempre mi riempie di meraviglia… Non era grande, ma piccolo e di straordinaria bellezza. Il suo volto ardeva di un fuoco celestiale, come se provenisse dagli angeli più elevati, quelli avvolti dalle fiamme dell’amore divino, i cherubini. Nelle sue mani teneva un dardo d’oro, spesso, e sulla punta brillava una fiamma. Mi sembrava che più volte lo introducesse nel mio cuore, fino a raggiungere il ventre. Quando lo ritraeva, sentivo come se mi trascinasse con sé, lasciandomi completamente infiammata da un ardente amore per Dio». (Vita 29, 13)
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San Josemaria Escrivá de Balaguer – Wikipedia, pubblico dominio |
San Josemaría Escrivá de Balaguer, nel suo libro Cammino, esorta a coltivare un rapporto di amicizia con l’angelo custode:
«Abbi confidenza con il tuo angelo custode. Trattalo come un amico intimo ed egli saprà renderti mille servizi nelle faccende ordinarie di ogni giorno».
La sua devozione per gli angeli era profonda, e non fu un caso che il Signore volle ispirargli la fondazione dell’Opus Dei proprio il 2 ottobre 1928, nella festa degli Angeli Custodi. Quel giorno, mentre si trovava in preghiera, ascoltò il suono delle campane della chiesa di Nostra Signora degli Angeli di Madrid, quasi a sigillo divino di quella missione.
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Suor Maddalena della Croce, che morì santamente il 30 novembre 1919, ebbe fin dall’infanzia una relazione straordinaria con il suo angelo custode. Fin dall’età di cinque anni, infatti, iniziò a vederlo: un arcangelo che Dio le aveva destinato come guida. Nel suo diario annotò le conversazioni che ebbe con Gesù, Maria e il suo angelo custode, rivelando dettagli preziosi sulla sua esperienza mistica.
«Vedo spesso il mio angelo e, a volte, lo mando dai miei figli spirituali per aiutarli. È un angelo di straordinaria bellezza, con una capigliatura d’oro… Talvolta mi sorride dolcemente, soprattutto quando gli affido una missione per loro.
Nessun sacerdote dovrebbe mai trascurare di salutare l’angelo della sua chiesa, della parrocchia a cui appartiene. Le grazie che potrebbe ricevere da lui sono immense, ma poiché raramente vengono richieste, altrettanto raramente vengono concesse… Ogni diocesi, ogni regno, ogni ordine religioso ha il proprio angelo custode».
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 Therese Neumann, 1927 – Wikipedia, pubblico dominio |
Teresa Neumann (1898-1962), una delle grandi mistiche del nostro tempo e contemporanea di Padre Pio, visse un intenso rapporto quotidiano con il mondo angelico.
Nata nel paesino di Konnersreuch, in Baviera, nel 1898, Teresa sognava di diventare suora missionaria, ma un grave incidente la rese cieca e paralizzata, costringendola a letto per anni. Accettò la sua infermità con serena rassegnazione, finché non venne miracolosamente guarita: prima dalla cecità, poi dalla paralisi, per intercessione di Santa Teresa di Lisieux, di cui era profondamente devota.
Ben presto, cominciò ad avere visioni della Passione di Cristo, che si ripetevano ogni venerdì e la accompagnarono per tutta la vita. A queste si aggiunsero gradualmente le stigmate.
Col passare del tempo, Teresa avvertì sempre meno il bisogno di nutrirsi, fino a smettere completamente di mangiare e bere. Il suo digiuno totale, sotto stretto controllo da parte di commissioni nominate dal vescovo di Ratisbona, durò 36 anni. L’unico nutrimento che riceveva quotidianamente era l’Eucaristia.
Oltre alle visioni della Passione, Teresa ebbe più volte esperienze mistiche legate al mondo angelico.
Percepiva costantemente la presenza del suo angelo custode, che vedeva sempre alla sua destra, così come riusciva a vedere l’angelo dei suoi visitatori.
Teresa era convinta che il suo angelo:
- La proteggesse dal demonio;
- La sostituisse nei casi di bilocazione (poiché fu vista contemporaneamente in due luoghi più volte);
- L’assistesse nelle difficoltà della sua missione spirituale.
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La Venerabile Consolata Betrone (1903-1946) fu una religiosa cappuccina italiana a cui Gesù affidò un’importante missione spirituale: ripetere incessantemente l’atto d’amore:
«Gesù, Maria, vi amo, salvate anime».
Il Signore le infondeva fiducia e serenità, dicendole:
«Non aver paura, pensa solo ad amarmi. Io mi occuperò di te in ogni cosa, fin nei minimi dettagli».
Consolata trasmetteva agli altri questa profonda confidenza in Dio. A un’amica, Giovanna Compaire, consigliava di affidarsi al proprio angelo custode anche durante il sonno:
«Di sera, prega il tuo buon angelo affinché, mentre tu dormi, egli ami Gesù al tuo posto e ti svegli al mattino ispirandoti l’atto d’amore. Se sarai fedele nel pregarlo ogni sera, egli sarà fedele nel risvegliarti ogni mattina con le parole: “Gesù, Maria, vi amo, salvate anime”».
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La Venerabile Suor Monica di Gesù (1889-1964), mistica agostiniana riformata, visse un’intensa e familiare relazione con il suo angelo custode, che affettuosamente chiamava “fratello maggiore”.
Per lei, l’angelo non era solo una guida celeste, ma anche un compagno costante nel cammino spirituale, pronto ad assisterla nelle difficoltà e ad illuminarla con la sua presenza.
Se vuoi approfondire la sua storia e il suo legame speciale con gli angeli, puoi consultare: Suor Monica di Gesù e gli Angeli.
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