Dione è una figura enigmatica della mitologia greca, spesso trascurata rispetto ad altre divinità, ma con un ruolo significativo nei culti più antichi. Sebbene il suo nome non sia tra i più celebri del pantheon olimpico, la sua presenza emerge in diverse tradizioni, soprattutto in relazione a Zeus e Afrodite.

Hestia, Dione e Afrodite, scultura di Fidia e aiuti, dal frontone orientale del Partenone, 435 a.C., Londra, British Museum.- Wikipedia – Attribuzione: Marie-Lan Nguyen, opera rilasciata con licenza CC BY 2.5
Dione è menzionata come una titanide o una dea primordiale, legata al concetto di divinità femminile suprema.
Alcune fonti la considerano una titanide, figlia di Urano e Gea, mentre altre la associano alle divinità più antiche legate alla terra e all’acqua.
Uno dei suoi ruoli più noti è quello di consorte di Zeus nel santuario di Dodona, uno dei più antichi luoghi di culto greco, famoso per il suo oracolo. Qui, Dione era venerata accanto a Zeus come una dea profetica, parte di un culto in cui i sacerdoti interpretavano i messaggi divini attraverso il fruscio delle foglie della quercia sacra. In questa tradizione, Dione appare come una manifestazione arcaica della “Grande Madre“, simile a Rea o Gea, prima che il culto di Era si consolidasse come moglie ufficiale di Zeus.

Moneta raffigurante Dione e Zeus. – Fonte: Wilhelm Heinrich Roscher – Wikipedia, pubblico dominio
Nell’Iliade di Omero, Dione è chiamata “madre di Afrodite“, suggerendo un’alternativa al mito più noto della nascita della dea dall’organo reciso di Urano. Secondo questa versione, Afrodite sarebbe nata dall’unione tra Dione e Zeus, rafforzando il legame tra la dea dell’amore e il culto di Dodona. Tuttavia, con il tempo, questa interpretazione venne sostituita dalla versione esiodea della nascita di Afrodite dal mare.
Col passare del tempo, il culto di Dione si affievolì. Il predominio dell’Olimpo come struttura divina centralizzata ridusse il ruolo delle antiche dee madri, sostituendole con figure più codificate come Era e Demetra. Dione venne così relegata a una figura secondaria, mantenendo solo un’eco della sua grandezza nei miti e nei culti oracolari.
Oggi, Dione resta una divinità poco conosciuta, ma la sua esistenza testimonia un passato in cui le grandi dee madri avevano un ruolo centrale nella religione greca. Il suo nome sopravvive nelle opere di Omero e nei resti del santuario di Dodona, dove un tempo risuonava la voce degli dèi nel vento tra le querce sacre.

Altra Dione, una ninfa e figlia di Atlante, generò con Tantalo la sfortunata Niobe e il travagliato re Pelope che diede il nome al Peloponneso.
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