Achemenide, personaggio della mitologia greca, fu uno dei compagni di Odisseo che, in seguito alla fuga dall’isola dei Ciclopi dopo aver accecato Polifemo, venne sfortunatamente dimenticato e abbandonato. Mentre Odisseo ei suoi uomini fuggivano, Achemenide rimase intrappolato sull’isola, sopravvivendo per mesi nascosto nella foresta, nutrendosi di bacche e cercando di evitare il mostro accecato.

Dopo tre lunghi mesi di solitudine e terrore, Achemenide fu scoperto da Enea e dai suoi compagni troiani, che erano approdati sull’isola durante il loro viaggio verso l’Italia. Disperato, Achemenide implorò i Troiani di salvarlo portandolo con loro o, in alternativa, di porre fine alle sue sofferenze uccidendolo.

Achemenide e Polifemo. Incisione di Giuseppe Zocchi, in L’Eneide di Virgilio del commendatore Annibale Caro (Parigi, 1760) – Wikipedia, pubblico dominio

Commosso dalla sua situazione, Anchise, padre di Enea, lo accolse tra loro e cercò di confortarlo. Achemenide raccontò ai Troiani la sua terribile esperienza con Polifemo e le difficoltà vissute durante il lungo periodo trascorso nell’isola. Grazie alla generosità di Anchise e dei Troiani, Achemenide riuscì finalmente a sfuggire al destino crudele che sembrava attenderlo sull’isola.

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