Gli amici devono essere semplici, comunicativi,
arrendevoli e appassionati delle medesime cose.
Aelred di Rievaulx
Nell’amico si devono provare quattro cose.
La fedeltà, l’intenzione, il criterio e la pazienza.
Per sempre ama chi è amico: anche se rimproverato, anche se offeso, anche se messo sul fuoco, sempre ama.
Aelred di Rievaulx

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Raffigurazione di Saint Ailred (o Aelred), da un libro del 1845 ‘Lives of the English Saints’ di John Henry Newman – Wikipedia, pubblico dominio

Aelred di Rievaulx nacque nel 1109 a Hexham, in Northumberland, e morì il 12 gennaio 1167 nel monastero di Rievaulx, nello Yorkshire. La sua memoria viene celebrata dai cistercensi il 3 marzo, mentre a Hexham, Liverpool e Middleborough veniva commemorato il 12 gennaio.
Proveniente da una famiglia nobile e profondamente legata alla circoscrizione ecclesiastica di Hexham, Aelred coltivò fin da giovane un profondo desiderio di santità. Studiò a Durham, dove si formò nelle arti e nella letteratura secondo i principi umanistici dell’epoca.

A vent’anni fu chiamato a corte dal re Davide I di Scozia, di cui divenne un fidato consigliere. Il sovrano lo apprezzava per la sua pietà, umiltà e saggezza, ma il suo successo suscitò l’invidia di alcuni cortigiani. Un cavaliere, spinto dalla gelosia, lo insultò pubblicamente. Aelred rispose con serenità e comprensione, conquistando il rispetto e il pentimento del suo antagonista.

Legato da una profonda amicizia al figlio del re, il principe Enrico, Aelred si trovò a dover scegliere tra la vita di corte e la vocazione monastica.
Sebbene considerasse l’amicizia uno dei doni più preziosi, il consiglio dell’arcivescovo di York lo spinse a entrare nel monastero cistercense di Rievaulx nel 1134. Qui, nonostante la sua salute fragile, si adattò alla rigorosa disciplina monastica e conquistò presto la stima della comunità. Nel 1142 fu inviato a Roma per trattare l’elezione di Guglielmo di York e fu nominato maestro dei novizi.

Rovine dell’Abbazia di Rievaulx, Inghilterra. – Wikipedia – Foto di:  Mike Peel (www.mikepeel.net), opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

Pur cercando di sfuggire alle responsabilità ecclesiastiche, nel 1143 fu eletto abate del monastero di Revesby, che sotto la sua guida crebbe fino a ospitare centinaia di monaci e oblati, diventando il più grande d’Inghilterra.

Ritratto di Aelred di Rieval, tratto dal suo manoscritto ‘De Speculo Caritatis’ – Wikipedia, pubblico dominio.

Nel 1147 tornò a Rievaulx come abate, portando il monastero a superare i 600 membri. La sua umanità e saggezza attiravano numerosi seguaci, e il suo prestigio lo rese una figura di rilievo nazionale. Fu consigliere di potenti dignitari, tra cui Enrico II d’Inghilterra, e contribuì a risolvere molte dispute.
Nel 1160 convinse il re a sostenere papa Alessandro III durante lo scisma papale e nel 1164 compì una missione in Irlanda. Tuttavia, la sua salute continuò a peggiorare, limitando i suoi viaggi.

Oltre alla sua opera di governo, Aelred si distinse come scrittore e teologo. Il suo trattato “De Spirituali Amicitia” esplora il valore dell’amicizia alla luce della fede cristiana e si ispira a Cicerone, reinterpretandolo in chiave spirituale.
Scrisse anche “Speculum Charitatis“, un’opera sulla perfezione cristiana, e numerosi sermoni su Isaia. Purtroppo, non riuscì a completare un trattato sull’anima umana prima della sua morte, avvenuta a 57 anni.

La sua spiritualità, radicata nell’amore per Cristo come amico e Redentore, gli valse il titolo di “secondo San Bernardo” o “Bernardo del Nord“.

Morì nel monastero di Rievaulx, in una cella accanto all’infermeria, e fu sepolto nella sala capitolare. Nel 1250 l’Ordine Cistercense approvò il suo culto e decretò la sua celebrazione. Il monachesimo inglese lo ricorda come una delle figure più luminose del XII secolo. Ancora oggi, i suoi scritti sull’amicizia e la spiritualità mantengono intatta la loro attualità e profondità.

 

Elred de Rievall raffigurato in un caplet di un manoscritto dello Specchio della Carità – Wikipedia, pubblico dominio.

Sant’Aelred di Rievaulx è considerato uno dei più appassionati commentatori dell’amicizia tra uomini. Nei suoi scritti, il tema dell’affetto spirituale tra compagni occupa un ruolo centrale, e in particolare, dopo un soggiorno a Roma nel 1142, compose lo Speculum Charitatis (Lo specchio della carità), dove celebra l’intima amicizia con un monaco di nome Simone.

In alcuni passaggi dell’opera, emerge il timore che questo legame possa sconfinare nella dimensione carnale, ma il rapporto tra Aelred e Simone appare come un esempio perfetto di un amore profondo, casto e spirituale. La prematura scomparsa di Simone segnò profondamente Aelred, che gli dedicò parole cariche di affetto e struggente nostalgia.
Un brano significativo, spesso citato come uno dei più toccanti esempi di espressione dell’amicizia medievale, recita:
“Tu, mio amato, introdotto alla gioia del tuo Signore, pranzi gioiosamente alla mensa di quel sommo Padre e, in quel regno, ti inebrii del frutto novello della vite assieme al tuo Gesù. Sopporta tuttavia che io ti offra le mie lacrime, che ti apra il mio affetto, che riversi su di te, se ciò è possibile, tutto il mio animo. Non proibire queste lacrime che la dolce memoria tua, mio carissimo fratello, fa scorrere. Non ti pesi questo gemito, che non nasce dalla disperazione, ma dall’amore, e non frenare queste lacrime, causate dalla pietà, non dalla mancanza di fede”.

 

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