Alexandre Cabanel – La nascita di Venere, 1863 (Wikipedia – Pubblico dominio)

Antonio Canova, Venere e Adone, 1795 (Wikipedia – Pubblico dominio)

Afrodite, conosciuta dai Romani come Venere, era la dea dell’amore, della bellezza e della fertilità, venerata in tutto il mondo greco. Il suo culto rifletteva influenze orientali, in particolare della fenicia Astarte, ed era spesso associato alla figura di Adone

Secondo una delle più antiche tradizioni, Afrodite nacque dalla schiuma del mare, emergendo dalle onde come incarnazione della bellezza. Tuttavia, nell’epica greca, era considerata figlia di Zeus e Dione.
Fu sposa del dio fabbro Efesto, ma le leggende raccontano della sua relazione amorosa con Ares, dio della guerra, oltre che con altre divinità e figure mortali, tra cui l’eroe Anchise, con cui generò Enea, il leggendario fondatore di Roma.

Il poeta romano Lucrezio la descrive con parole che esaltano la sua potenza e grazia: “Quando tu arrivi, i venti si placano, le nuvole si dissolvono; per te la terra si adorna di fiori, le acque del mare sorridono serene e il cielo splende nella silenziosa bellezza.

Afrodite rappresentava l’incarnazione stessa della bellezza e della grazia. Quando Paride, principe troiano, dovette giudicare chi fosse la più bella tra le dee, scelse Afrodite, nonostante la promessa dell’amore di Elena, considerata la donna più bella del mondo. La sua decisione, che assegnava ad Afrodite il famoso pomo d’oro con l’incisione “Alla più bella!” gettato dalla Discordia sulla mensa nuziale di Peleo e Teti.

Paolina Borghese (1805-1808) di Antonio Canova. Il pomo che Paolina Borghese tiene nella mano sinistra richiama la “Venere Vincitrice” del giudizio di Paride che avrebbe potuto scegliere tra Giunone (il Potere), Minerva (la Scienza) e Venere (l’Amore). Roma, Galleria Borghese (Wikipedia – User: Architas, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0 DEED)

Il culto di Afrodite si diffonde anche in Occidente, con un importante centro in Sicilia, sul monte Erice, dove la dea era adorata in un santuario punico dedicato a Tanit. Qui si praticavano rituali legati alla fertilità e, secondo alcune fonti, la prostituzione sacra. Da questo santuario, il culto di Afrodite si estese fino a Roma, dove fu venerata come Venus Erycina

Il Trono Ludovisi rinvenuto nei pressi del Tempio di Venere Erycina (Wikipedia – Pubblico dominio)

La bellezza e il fascino di Afrodite ispirato hanno poeti e scrittori di tutte le epoche, che hanno celebrato non solo la sua avvenenza fisica, ma anche il suo potere su tutte le forme di vita.
Dea dell’amore sacro e profano, Afrodite rappresentava la forza primordiale della natura, protettrice della vita in ogni sua manifestazione.

 

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