Aglaonice di Tessaglia, conosciuta anche come Aganice (III-II sec. a.C.), è ricordata come la prima astronoma della storia ellenica.
Grazie alla sua conoscenza del cielo e delle sue dinamiche, era capace di prevedere con estrema precisione le eclissi lunari, incluse quelle totali, un’impresa che la distingue da molti suoi contemporanei. Non si limitava a predire una semplice ombra sulla Luna o una sua colorazione rossastra, come facevano altri astronomi, ma riusciva a indicare quando l’eclissi sarebbe stata completa. Si racconta persino che si vantasse di “far scendere la Luna“, una dimostrazione evidente della sua padronanza dell’astronomia.
Come sottolinea l’astronomo Peter Bricknell, tale affermazione riflette la sua abilità, poiché l’eclissi totale è un fenomeno raro: se non si fosse verificata, sarebbe stata facilmente derisa come una ciarlatana, ma le fonti greche e latine non riportano alcun discredito nei suoi confronti.
Il potere di “tirar giù la Luna” era un mito diffuso già ai tempi di Aristofane, che nelle sue Nuvole attribuiva questa capacità alle streghe della Tessaglia, una regione famosa per la sua tradizione magica, che risaliva fino ai tempi di Medea. Le tessale erano sacerdotesse di Enodia, una divinità locale venerata anche in Macedonia, dove Aglaonice potrebbe aver studiato. Qui avrebbe appreso la matematica, l’astronomia e il metodo babilonese per calcolare con esattezza il momento e il luogo di un’eclissi totale.
Le donne della Tessaglia, spesso descritte come streghe o necromanti, compaiono in numerose leggende: Crisame, che con le sue erbe mandava in delirio i soldati nemici, ed Erichto, evocata nei poemi per le sue capacità di risvegliare i morti. Quest’ultima, nella Pharsalia di Lucano, fa risorgere un soldato al servizio di Sesto Pompeo per aiutarlo a vincere la battaglia di Farsalo, e guida Virgilio nell’Inferno dantesco.
Plutarco, nelle sue Ammonizioni ai maritati, e il matematico Alphonse Rebière, autore di un’enciclopedia sulle donne nella scienza alla fine dell’Ottocento, ipotizzano che Aglaonice potrebbe aver sfruttato la credulità popolare, ironizzando su questo potere attribuitole. Rebière, in particolare, è certo che la scienza matematica e le credenze superstiziose siano incompatibili.
Alla fine, astronoma abile o strega dai poteri occulti, Aglaonice è rimasta una figura di grande fascino.
L’Unione Astronomica Internazionale non ha avuto dubbi sul suo contributo scientifico: nel 1991 ha dedicato a lei un cratere sul pianeta Venere, rendendola immortale nella storia dell’astronomia.