Nella mitologia greca, Alcatoo era un valoroso eroe troiano, figlio di Esiete e marito di Ippodamia, la figlia di Anchise. Questo lo rendeva cognato di Enea, una delle figure più importanti della guerra di Troia. Il suo ruolo nella guerra è ampiamente descritto nell’Iliade di Omero, che ne esalta il coraggio e la bellezza, considerandolo uno degli uomini più avvenenti e audaci della città.

Frontespizio di un’edizione cinquecentesca dell’Iliade – Wikipedia, pubblico dominio
Alcatoo sposò Ippodamia, una donna lodata per la sua bellezza, la sua operosità e il suo profondo sentimento. Insieme, si presero cura del giovane Enea, figlio di Afrodite e Anchise, che venne affidato loro quando aveva solo quattro anni.
Nell’Iliade, Alcatoo è descritto come un guerriero dagli “occhi lucenti” e “dalle belle membra“, attributi che rispecchiano la sua nobiltà e il suo spirito eroico.
Durante il decimo anno della guerra di Troia, Alcatoo prese parte all’attacco alle mura dell’accampamento greco. Ettore, scegliendo i suoi migliori combattenti, lo schierò nel terzo squadrone accanto a suo fratello Paride e ad Agenore.
Tuttavia, il suo destino fu segnato dall’intervento divino: Poseidone, schieratosi a favore degli Achei nonostante il divieto di Zeus, guidò la lancia del re Idomeneo direttamente contro il petto di Alcatoo. L’arma, con un impatto secco e metallico, attraversò la corazza, penetrò la carne e colpì il cuore, ponendo fine alla vita dell’eroe troiano.
Alla notizia della sua morte, Deifobo corse a cercare Enea, che si trovava nelle retrovie, irritato per la scarsa considerazione che Priamo aveva di lui. Quando seppe della caduta di Alcatoo, Enea, accecato dall’ira, si lanciò in battaglia per vendicarlo, avanzando con un grido di sfida contro Idomeneo. Il re cretese, spaventato dalla furia del giovane eroe, si circondò di valorosi compagni: Afareo, Deipiro, Antiloco, Ascalafo e Merione.
Il duello tra Enea e Idomeneo si svolse proprio sul corpo di Alcatoo, ma rimase senza esito.
Omero non racconta quale fu la sorte del cadavere dell’eroe, né se il suo corpo venne spogliato dell’armatura.
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