Antoine-Laurent de Lavoisier nacque il 26 agosto 1743 a Parigi, in una famiglia benestante. Dopo la morte della madre, ereditò una notevole fortuna, che gli permise di accedere a una formazione di alto livello.
Tra il 1754 e il 1761, frequentò il prestigioso collegio Mazarino, dove si dedicò allo studio di diverse discipline come la chimica, la botanica, l’astronomia e la matematica, influenzato dagli ideali illuministi che all’epoca permeavano l’ambiente intellettuale europeo. Tra i suoi compagni di studio vi era Etienne Condillac, con cui condivideva una visione filosofica e scientifica.
Nel 1771 Lavoisier sposò Marie-Anne Pierrette Paulze, una giovane donna che si rivelò un’alleata preziosa nei suoi studi, diventando una collaboratrice attiva e promotrice del suo lavoro.
L’attività scientifica di Lavoisier raggiunse un importante traguardo nel 1778, quando, insieme a Pierre-Simon Laplace, dimostrò che il fenomeno della combustione non era dovuto al “flogisto“, una sostanza ipotetica all’epoca in voga, ma all’ossigeno.
Questo rivoluzionò la chimica, segnando la nascita di una nuova comprensione della materia. Lavoisier dimostrò che senza ossigeno non è possibile alcuna combustione, e ampliò il suo studio includendo la respirazione umana e animale, che descrive come una forma di combustione. Egli scoprì che la respirazione produce anidride carbonica e che l’ossigeno è essenziale per il metabolismo, confermando la stretta connessione tra la chimica e i produzione di energia.
Nel corso degli anni ’70, Lavoisier ripeté gli esperimenti di Joseph Priestley e Henry Cavendish sull’aria infiammabile, che egli rinominò “idrogeno“.
La sua analisi portò alla scoperta che l’unione di idrogeno e ossigeno produce acqua, risolvendo un mistero che aveva intrigato i chimici per secoli. Con questo esperimento, gettò le basi per lo studio dell’elemento acqua e contribuì alla comprensione della composizione dell’aria, individuando anche l’azoto come elemento fondamentale, mettendo così fine alla teoria del flogisto.
Lavoisier non si limiterà a questi risultati. In collaborazione con illustri colleghi come Claude Berthollet, Antoine Fourcroy e Louis-Bernard Guyton de Morveau, sviluppò una nuova nomenclatura chimica, introducendo la Legge di conservazione della massa, che affermava che in una reazione chimica la materia non viene né creata né distrutta, ma solo trasformata.
Negli anni ’80, Lavoisier pubblicò una vasta quantità di lavori scientifici, tra cui il celebre “Traité Élémentaire de Chimie” del 1789, un’opera che rimane fondamentale per la didattica chimica. Il trattato, tradotto in inglese da Kerr, è tuttora considerato uno dei primi testi di chimica moderna.
Il 1794 segnò tragicamente la fine della sua carriera e della sua vita. A causa del suo coinvolgimento come funzionario nell’agenzia di riscossione delle tasse, Lavoisier fu ucciso durante il Regime del Terrore.
Nonostante le richieste di grazia, il giudice che lo condannò affermò con fermezza: “La Repubblica non ha bisogno di geni“.
Lavoisier fu ghigliottinato l’8 maggio 1794, lasciando un’eredità scientifica che avrebbe cambiato per sempre la chimica.
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