Apollo uccide Pitone. Incisione di Virgilio Solis per le Metamorfosi di Ovidio – Wikipedia, pubblico dominio.

Dopo aver ucciso Pitone, un animale sacro e figlio di Gea, la Madre Terra, Apollo si trovò a dover placare l’ira della dea. Per espiare la sua colpa, si impose volontariamente un esilio di nove anni in Tessaglia.
Durante questo periodo, il dio accettò di vivere come un semplice mortale e si mise a lavorare per guadagnarsi da vivere. Entrò al servizio di Admeto, re di Ferai, che lo accolse e gli offrì un lavoro come custode dei suoi cavalli e delle sue mandrie di buoi. Grazie alla sua natura generosa, Apollo si rivelò un prezioso alleato per il sovrano.

La prima grande sfida si presentò quando Admeto si innamorò della splendida Alcesti, la figlia del re Pelia.
Pelia aveva posto una condizione impossibile: avrebbe dato in sposa Alcesti solo a chi fosse arrivato a chiederla su un carro trainato da leoni. Con la sua abilità divina, Apollo riuscì a domare i leoni e a preparare il carro, permettendo così al matrimonio di avere luogo.

Non passò molto tempo prima che un altro pericolo minacciasse il regale sposo. La camera nuziale fu infestata da serpenti velenosi, ma anche in questo caso Apollo intervenne e liberò la stanza dai rettili mortali.

La sfida più grande, tuttavia, arrivò quando Thanatos, il dio della Morte, si presentò per reclamare la vita di Admeto. Apollo affrontò il temibile Thanatos e ottenne una tregua: Admeto sarebbe stato risparmiato solo se un membro della sua famiglia avesse accettato di morire al suo posto. Nonostante fossero anziani, i genitori di Admeto rifiutarono di sacrificarsi, ma Alcesti, con un atto di straordinario amore, si offrì volontaria per salvare il suo sposo.

L’addio di Admeto e Alcesti. Anfora etrusca a figure rosse rinvenuta a Vulci. – Wikipedia, pubblico dominio.

Fu allora che intervenne Eracle, ospite del re in quel periodo. Con la sua forza straordinaria, l’eroe riuscì a strappare Alcesti dalle grinfie di Thanatos all’ultimo momento, riportandola in vita e riconsegnandola al suo amato Admeto.

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