Anassimene (Mileto, circa 586 a.C. – 528 a.C.) fu un filosofo greco antico, appartenente alla Scuola di Mileto, considerata la culla della filosofia occidentale.
Tuttavia, le informazioni sulla sua vita sono molto limitate, poiché nessuna delle sue opere è giunta fino a noi. Ciò che sappiamo delle sue idee deriva dai commenti di scrittori successivi, come Aristotele.
Anassimene è noto principalmente come discepolo o amico più giovane di Anassimandro, a sua volta allievo di Talete, il primo dei tre filosofi della Scuola di Mileto.
Anassimene cercò di evitare il rischio di una visione mistica legata all’apeiron (infinito) di Anassimandro, proponendo un ritorno al materialismo naturalistico di Talete. In questo senso, la sua posizione può apparire regressiva, ma introdusse un elemento innovativo nella filosofia presocratica: per Anassimene, l’elemento primordiale non era l’acqua, come sosteneva Talete, ma l’aria. Questa scelta, oggi, potrebbe sembrare lungimirante, poiché l’acqua è composta da idrogeno e ossigeno, entrambi componenti dell’aria.
Secondo Anassimene, l’aria, condensandosi, si trasforma in acqua e poi in terra; rarefacendosi, diventa fuoco. A differenza dell’acqua, l’aria non subisce trasformazioni visibili tali da alterare la sua essenza: resta costantemente in movimento e si rigenera. Questo processo ciclico e dinamico divenne il fulcro del suo pensiero, stabilendo l’aria come principio fondamentale dell’universo.
Sebbene la concezione di Anassimandro sugli opposti, che si attraggono e si respingono creando equilibrio, non ebbe ulteriori sviluppi nella Scuola di Mileto, Anassimene contribuì alla comprensione dell’unità fisica della natura. Egli sosteneva che tutto deriva da un principio unificatore, che identificò nell’aria, o pneuma, che in greco significa non solo aria, ma anche soffio vitale, come menzionato nella Genesi.
Con Anassimene, il materialismo filosofico cominciò ad assumere caratteristiche meccanicistiche, ponendo le basi per sviluppi successivi nel pensiero greco.
,