
Immagine di una donna beghina, da Des dodes dantz, stampata a Lubecca nel 1489. – Wikipedia, pubblico dominio
Nel 1310, a Parigi, Margherita Porete fu condannata al rogo.
Al pari di Ipazia, fu vittima dell’intolleranza della Chiesa e del bigottismo religioso, che per secoli ha ostacolato le donne nelle loro potenzialità intellettuali, e forse continua a farlo ancora oggi.
Margherita fu una straordinaria mistica speculativa, considerata da molti alla pari di Taulero ed Eckhart, se non la più grande mistica di tutti i tempi.
Il suo pensiero era profondo e innovativo, e il suo libro, Lo Specchio delle anime semplici, resta un capolavoro di attualità straordinaria.
Ciò che la rendeva pericolosa agli occhi della Chiesa non era solo il contenuto delle sue idee, ma il fatto che sapesse leggere e, soprattutto, scrivere. Nulla spaventava di più il potere ecclesiastico di una donna capace di pensare, analizzare e mettere in discussione la realtà. Il suo pensiero si inserisce nella cultura beghina, un movimento di donne libere ed emancipate, autentica spina nel fianco della Chiesa del XIII secolo.
Sul piano filosofico, la sua speculazione si discosta dalla “via amoris” tradizionale e si orienta verso una concezione dell’Amore come assoluto, privo di desiderio.
L’amore comune, secondo Margherita, è sempre legato al desiderio: si ama per ottenere qualcosa, per possedere, per colmare un vuoto. Ma il vero Amore deve trasformarsi in un non-amore, un non-desiderio, un’assoluta libertà dal volere.
Questa visione si avvicina sorprendentemente alla concezione buddista del Nirvana, inteso come pienezza del nulla e distacco dal desiderio.

Marguerite Porete, Lo specchio delle anime semplici, capitolo 35 (Dialogo dell’anima e della ragione) – Wikipedia, pubblico dominio
Per Margherita, l’amore smette di essere tale quando pretende di possedere tutto, perché insegue il nulla. L’Amore Assoluto non ha bisogno di cercare, chiedere o pregare. Meglio coltivare l’amicizia, affermava, perché l’amore senza desiderio né richiesta – ovvero l’amicizia – rappresenta la forma più alta di relazione con l’altro.
Secondo la Porete, anche con lo Spirito Santo si deve instaurare un rapporto d’amicizia e di reciproco scambio, in cui l’anima riconosce sé stessa come Dio e Dio in tutte le forme del creato.
Ecco l’eresia: Margherita viene condannata al rogo.
Ancora oggi, come Ipazia, non è stata riabilitata dalla Chiesa.
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