Arnold Böcklin è stato uno degli esponenti più maturi e convinti del Simbolismo in pittura. Egli, infatti, fu animato dal proposito di superare le poetiche naturalistiche del Realismo e dell’Impressionismo non dal punto di vista scientifico (si considerano, in tal senso, le esperienze divisioniste) ma da quello spirituale.

Arnold Böcklin – Autoritratto con la Morte che suona il violino (1872 circa) – Alte Nationalgalerie, Berlino – Wikipedia, pubblico dominio

Era opinione dei Simbolisti, e di Böcklin in particolare, che lo scopo dell’arte fosse quello di rivelare mediante l’utilizzo di un linguaggio non più logico, ma analogico quella realtà «altra» che si cela dietro quella immediatamente percepibile con l’uso dei sensi e della ragione, rivelando dunque le magiche possibilità offerte dall’esplorazione della realtà psichica delle cose con un utilizzo accorto di «simboli», per l’appunto. I simboli prescelti da Böcklin sono d’ispirazione mitologica e indagano il mondo dell’interiorità in modo particolarmente evocativo.

La fisionomia artistica di Böcklin, tuttavia, è molto complessa, tanto da aver subito una notevole evoluzione stilistica e tecnica. Negli esordi, infatti, Böcklin subì il fascino del Naturalismo, realizzando paesaggi dove si sente «istintivamente trascinato a immergere nella verità quei motivi classici che non avevano mai cessato di attrarre i pittori-viaggiatori», orchestrando un potente fraseggio di luci e di ombre e privilegiando non più le ore crepuscolari, incerte, volatili e dense di riflessi rossi, lividi o rosati, bensì le ore meridiane e, soprattutto, pomeridiane, quando «nella luce accecante e calda l’intensità del verde si incupisce, mentre tutti gli altri colori acquistano una forza timbrica che si imprime nella retina in modo diretto e prepotente» (Volpi), conferendo dunque maggiore verosimiglianza e vitalità al soggetto rappresentato. 

Ben presto, tuttavia, Böcklin sentì di aver esaurito le possibilità creative della sua pittura di stampo «poussiniano» e, spinto da una sollecitazione di natura inconscia, approdò a uno stile visionario, animato da una fertile vena fantastica, che è poi quello che lo ha reso universalmente celebre.

Stralcio testo tratto da Wikipedia (translate.google.com) reso disponibile con licenza CC BY-SA 4.0 DEED


Di Arnold Böcklin, in questa sede ed in linea con l’indirizzo generale del mio sito,  vi propongo la visione di alcuni suoi lavori a carattere mitologico.
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(cliccare sulle immagini per ingrandirle)

Arnold Böcklin – La caccia di Diana, 1896 –
Musée d’Orsay, Parigi – Wikipedia, pubblico dominio

Arnold Böcklin – Giocando tra le onde, 1883 –
Neue Pinakothek – Wikipedia, pubblico dominio

Arnold Böcklin – Risveglio primaverile, 1880 – Kunsthaus Zürich – Wikipedia, pubblico dominio

Arnold Böcklin – Il lamento del pastore (Amaryllis), 1866 – Bavarian State Painting Collections – Wikipedia, pubblico dominio

Arnold Böcklin – Ocean Breakers (Il suono), 1879 – Alte Nationalgalerie – Wikipedia, pubblico dominio

Arnold Böcklin – Ruggiero e Angelica, 1873 – Alte Nationalgalerie – Wikipedia, pubblico dominio

Arnold Böcklin – Venere Anadiomene, 1872 – Saint Louis Art Museum – Wikipedia, pubblico dominio

Arnold Böcklin – La musa di Anacreonte, 1873 – Aargauer Kunsthaus – Wikipedia, pubblico dominio

Arnold Böcklin – Flora, spargendo fiori, 1875 –
Museum Folkwang – Wikipedia, pubblico dominio

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