Il mito di Atlantide ha affascinato studiosi e mistici per secoli, diventando un tema centrale nella teosofia.
Grazie a esponenti come Helena Blavatsky, Annie Besant e Rudolf Steiner, nacque la teoria delle razze-radice, secondo cui l’umanità si sarebbe sviluppata attraverso sette grandi razze, ognuna associata a un’epoca storica e a una specifica evoluzione delle capacità umane.
Le prime cinque razze identificate in questa teoria sono la Polare, l’Iperborea, la Lemuriana, l’Atlantidea e l’Ariana, quest’ultima corrispondente alla nostra epoca attuale.

Mappa di Atlantide di Athanasius Kircher (c.1669). Si noti che la mappa è orientata con il nord verso il basso – Wikipedia, pubblico dominio
Le due razze future, secondo la dottrina teosofica, condurranno l’umanità verso un livello di esistenza superiore, fino a trasformarsi in esseri divini. Ogni razza-radice si suddivide a sua volta in sette sotto-razze: noi Ariani saremmo discendenti della quinta sotto-razza atlantidea, i Protosemiti.
La prima sotto-razza di Atlantide era quella dei Rmoahals, che introdussero il linguaggio. Seguirono i Tlavatli, artefici della nascita della memoria, e i Tolteki, protagonisti dell’epoca d’oro della civiltà atlantidea. Tuttavia, con l’ascesa dei Turanici, iniziò la decadenza: il loro egoismo e il crescente abuso della magia portarono alla punizione divina sotto forma di terremoti e tsunami. Dopo di loro, gli Accardi e i Mongoli tentarono di correggere gli errori dei predecessori, ma la fine di Atlantide era ormai segnata.

Géza Maróti: Illustrazione ipotetica della città principale di Atlantide – Wikipedia, pubblico dominio
Secondo questa teoria, tutti gli Atlantidei possedevano poteri sovrannaturali e la distruzione della loro civiltà fu causata proprio dai Turanici, che sfruttarono la magia per fini egoistici, alimentando conflitti interni.
Le idee sulle razze-radice influenzarono anche il pensiero esoterico del Terzo Reich. Alcuni gerarchi nazisti, tra cui Alfred Rosenberg ed Heinrich Himmler, alimentarono la leggenda secondo cui gli Ariani discendessero dagli Atlantidei e organizzarono spedizioni alla ricerca di prove archeologiche di questa presunta eredità, senza mai trovarne traccia.

Una mappa che mostra l’ipotetica estensione dell’impero di Atlantide; da Atlantis: the Antediluvian World di Ignatius Donnelly, 1882 – Wikipedia, pubblico dominio
Al di là delle speculazioni mistiche, alcuni studiosi ipotizzano che la confusione sulla localizzazione di Atlantide possa derivare da un errore di trascrizione da parte dei sacerdoti egizi che raccontarono la storia a Solone. Secondo questa teoria, Platone avrebbe riferito che Atlantide scomparve 9.000 anni prima, mentre in realtà la distruzione sarebbe avvenuta circa 900 anni prima della sua epoca.

Le rovine di Atlantide in un’illustrazione di Alphonse de Neuville ed Edouard Riou, dall’edizione di Hetzel di Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne – Wikipedia, pubblico dominio
Questa ipotesi porta a collegare la fine di Atlantide con un evento storico ben documentato: la catastrofica eruzione del vulcano Thera intorno al 1628 a.C., che devastò l’isola di Santorini e generò un enorme tsunami. Il crollo della parte centrale dell’isola modificò drasticamente la sua conformazione, lasciando intatte le zone periferiche.

Santorini island, Greece – EOS photo NASA, public domain – Wikipedia, pubblico dominio
Si ritiene che l’eruzione del Thera abbia contribuito al declino della civiltà minoica.
Alcuni superstiti potrebbero essersi rifugiati in Egitto, tramandando la memoria della catastrofe in forma mitologica, dando così origine alla leggenda di Atlantide.
Vedi anche:
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- Atlantide, il grande mistero
- Diodoro Siculo, le Amazzoni e Atlantide
- La Sardegna sulle tracce della perduta Atlantide