Nella mitologia greca, Baubo, conosciuta anche come Baubò, era la moglie di Disaule, una figura associata al mondo arcaico delle divinità, spesso definita “dea dell’oscenità” per il suo carattere fuori dagli schemi.
Le informazioni su Baubo sono scarse, ma si ritiene che gli antichi greci abbiano tratto ispirazione da culture precedenti, specialmente quelle che veneravano dee primordiali legate alla sessualità e alla fertilità.
Baubo ricorda le enigmatiche figure femminili del Neolitico, spesso caratterizzate da forme incomplete o mutilazioni simboliche, come arti mancanti o teste assenti, ma sempre con elementi che richiamavano la fertilità.
La leggenda di Baubo si intreccia con quella di Demetra, la dea della fertilità e dell’agricoltura. Dopo che sua figlia Persefone fu rapita da Ade e condotta negli inferi come sua sposa, Demetra si aggirava per il mondo, addolorata e in cerca della figlia.
Durante il suo viaggio, giunse alla dimora di Metanira e Celeo, dove incontrò Baubo, descritta come una donna anziana.
Per alleviare la tristezza della dea, Baubo le offrì da bere e, in modo bizzarro e provocatorio, sollevò le vesti mostrando il proprio posteriore. Questo gesto non riuscì a smuovere Demetra, ma fece ridere Iacco, un bambino presente, il cui divertimento portò un raro sorriso sul volto della dea.
Un’altra versione del mito descrive Baubo come una figura magica straordinaria, priva di testa e capace di parlare attraverso la propria vagina.
In questa narrazione, Baubo intrattenne Demetra con danze grottesche e racconti licenziosi, collaborando con altre figure come l’anziana Ecate e il dio Sole, Elio, nella ricerca di Persefone. Grazie a questi sforzi, la giovane fu ritrovata, e il mondo tornò a rifiorire.
Secondo alcune tradizioni, Baubo ebbe tre figli: Protonoe, Nisa ed Eubuleo, legati simbolicamente al ciclo di morte e rinascita della natura.
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