Calipso, figura affascinante della mitologia greca, è solitamente ricordata come “la nascosta” o “colei che nasconde”, un significato che deriva dal verbo greco kalyptō, “nascondere”.
Tuttavia, studi più recenti hanno ipotizzato che il suo nome possa avere radici egeo-anatoliche. In questa interpretazione, “Calipso” potrebbe derivare da kala (fianco di montagna) e dal suffisso -yb, suggerendo che il suo nome originario significasse “dea della grotta”. Questa teoria si allinea bene con il ritratto che ne fa Omero nell’Odissea, dove la ninfa vive in una grotta sull’isola di Ogigia. In questo contesto, la grotta non è solo la sua dimora, ma anche simbolo del suo isolamento, imposto come punizione per aver appoggiato il padre, Atlante, nella lotta tra i Titani e gli dei dell’Olimpo.
Nel quinto libro dell’Odissea, Calipso emerge come una creatura di straordinaria bellezza e di fascino irresistibile.
Immortale e dotata di una voce soave, vive circondata dalla natura rigogliosa della sua isola: una grotta incastonata tra alberi sacri e ruscelli scintillanti. Le sue giornate sono dedicate alle arti domestiche, come la tessitura, in compagnia di altre ninfe.
La sua vita cambia con l’arrivo di Odisseo, naufragato a Ogigia dopo essersi salvato dai pericoli del mare. La ninfa lo accoglie e ben presto si innamora profondamente di lui, tanto da tenerlo con sé per sette anni, offrendogli l’immortalità pur di non perderlo.
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