Chiara Lubich nacque a Trento nel 1920. Durante il periodo del regime fascista, la sua famiglia attraversò un momento di grave povertà, aggravato dal fatto che il padre, essendo socialista, perse il lavoro a causa delle sue convinzioni politiche. Fin da giovane, Chiara si impegnò a dare lezioni private per mantenersi agli studi.
All’inizio degli anni ’40, appena ventenne, Chiara insegnava nelle scuole elementari di Trento e contemporaneamente si iscrisse alla facoltà di filosofia dell’Università di Venezia, spinta dalla profonda ricerca della verità. Tuttavia, nel clima di violenza e devastazione della Seconda Guerra Mondiale, scoprì una verità più profonda:
Dio come l’unico ideale che non crolla di fronte alla distruzione e all’odio.
Questa scoperta, Dio come Amore, trasformò radicalmente la sua vita, indicandole una missione precisa: realizzare le parole del testamento di Gesù, “Che tutti siano uno”.
Col tempo, divenne chiaro che in queste parole si celava il progetto originario di Dio: riunire la famiglia umana in un’unità armoniosa.
Il 7 dicembre 1943, Chiara decise di consacrare la sua vita interamente a Dio. Poco dopo, nel maggio del 1944, un violento bombardamento distrusse Trento, compresa la sua casa. Mentre i suoi genitori si rifugiarono in montagna, Chiara scelse di rimanere in città. Tra le macerie, incontrò una donna disperata che aveva perso i suoi quattro figli. In quell’incontro, Chiara sentì la chiamata ad abbracciare il dolore di tutta l’umanità.
Fu tra i poveri di Trento che iniziò quella che Chiara definì “un’avventura divina”. Da questa esperienza maturò la convinzione che il Vangelo vissuto integralmente rappresentasse la più grande rivoluzione sociale, gettando le basi per l’impegno sociale del Movimento dei Focolari.
Nel 1959, durante la Mariapoli in Trentino, uno degli incontri estivi del movimento, Chiara sostenne che per eliminare l’odio e le divisioni, ancora evidenti dopo la guerra, era necessario applicare la legge evangelica dell’amore, che impone di «amare la patria altrui come la propria». Chiara affermava che, così come le religioni avevano diviso l’Europa cristiana, solo ripartendo dalla fede cristiana, senza distinguere tra le diverse confessioni, sarebbe stato possibile costruire una nuova unità, basata su ciò che tutte le religioni hanno in comune: l’Amore.
La diffusione internazionale del Movimento dei Focolari crebbe rapidamente: dopo l’Italia, si estese in Europa nel 1952 e raggiunse gli altri continenti nel 1959.
Nel 1968 nacque il Movimento Gen (Generazione Nuova), che avrebbe poi ispirato il movimento “Giovani per un mondo unito”, fondato nel 1984.
Nel 1977, Chiara ricevette il Premio Templeton per il progresso della religione, a Londra. La presenza alla cerimonia di rappresentanti di varie fedi segnò l’inizio del dialogo interreligioso promosso dal movimento.
Questo spirito di apertura fu riconosciuto anche dall’UNESCO, che nel 1996 le conferì il Premio per l’Educazione alla Pace, sottolineando il suo impegno nel costruire ponti tra persone di diverse culture, generazioni e fedi.
Chiara fu invitata a parlare della sua esperienza spirituale in luoghi di grande rilevanza religiosa: nel 1997, a 800 monaci buddisti in Thailandia, a 3000 musulmani nella moschea di Harlem a New York e alla comunità ebraica di Buenos Aires.
La vita e l’opera di Chiara Lubich furono orientate verso la costruzione di un mondo più unito, rispettoso dei diritti e della dignità di ogni persona, proclamando i valori universali condivisi da tutta l’umanità.
Chiara Lubich si spense il 14 marzo 2008, all’età di 88 anni, a causa di una grave insufficienza respiratoria.
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