Cinira, re di Cipro, era figlio di Pafo, a sua volta nato dall’unione tra Pigmalione e la statua che Afrodite trasformò miracolosamente in donna. Secondo il mito, Cinira commise un incesto con sua figlia Mirra, dalla quale nacque Adone.
Per punizione o pietà divina, Mirra fu trasformata in un albero.
Nella Biblioteca di Apollodoro, si narra che Cinira ricevette la visita di Odisseo, Taltibio e Menelao, i quali lo invitarono a unirsi alla spedizione contro Troia.
Per onorare l’invito, Cinira inviò ad Agamennone una corazza come dono e promise di preparare una flotta per la guerra. Tuttavia, non mantenne la parola: allestì navi e equipaggi fasulli in creta e mandò soltanto una vera nave, affidandola al comando di suo figlio Migdalione.
Diversa è l’immagine di Cinira offerta da Pindaro nella Seconda Pitica. Qui il re viene descritto come un uomo di straordinaria devozione religiosa, profondamente caro agli dèi, che lo ricambiarono con immense ricchezze. Benefattore del popolo di Cipro, Cinira veniva ricordato con gratitudine dai suoi sudditi, tanto da essere paragonato a Ierone di Siracusa, celebrato nell’ode di Pindaro per la sua generosità e grandezza.
Nelle varie tradizioni, il personaggio di Cinira assume ruoli e identità differenti: talvolta è descritto come re di Cipro e fondatore della città di Pafo, altre volte come re degli Assiri.
Anche il suo nome varia nelle fonti, dove appare come Cinira, Teia, Teiante o Tiante, a testimonianza delle molteplici sfaccettature del suo mito.
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