Secondo quanto tramandato da Pausania, durante il regno di Crotopo nella città di Argo si consumò una vicenda tragica e carica di significati profondi.
Psamate, figlia del re, fu amata dal dio Apollo e da questa unione nacque un figlio, che fu chiamato Lino.
Tuttavia, timorosa del giudizio del padre e oppressa dalla vergogna, Psamate nascose la nascita del bambino e decise di abbandonarlo, esponendolo all’aperto. Il destino fu crudele: il piccolo fu dilaniato dai cani del gregge del re stesso, ignari strumenti della tragedia.

La morte del neonato suscitò l’ira di Apollo, che scatenò la sua vendetta sulla città. Inviò un mostro marino chiamato Pena (“Punizione”), una creatura spietata che rapiva i figli dalle braccia delle madri e li uccideva, seminando terrore e dolore tra la popolazione.

Fu allora che si levò il coraggio di Corebo, un giovane eroe argivo. Desideroso di porre fine al flagello e di rendere un servizio alla sua patria, affrontò la mostruosa creatura e riuscì a ucciderla. Ma il gesto, sebbene valoroso, non placò l’ira del dio: Apollo, offeso per l’uccisione della Pena, mandò una terribile pestilenza che continuò a mietere vittime tra gli abitanti di Argo.

Camillo Miola (Biacca)- L’oracolo (La Pizia)- Getty Center, Los Angeles – Wikipedia, pubblico dominio

Afflitto dal dolore e deciso a espiare la colpa che l’umanità aveva contratto contro il dio, Corebo intraprese un pellegrinaggio a Delfi per interrogare l’oracolo su come porre fine al castigo divino. La Pizia, la sacerdotessa di Apollo, gli rivelò che non gli era più consentito fare ritorno ad Argo. Invece, gli impose un compito sacro: prendere un tripode dal santuario e fondare un nuovo insediamento nel luogo esatto in cui il tripode gli fosse caduto di mano.

Il segno si manifestò sul Monte Gerania. Proprio lì, dove il tripode scivolò dalle sue mani, Corebo si stabilì e fondò un nuovo villaggio che chiamò Tripodiskoi, i “piccoli tripodi”. Questo nucleo sarebbe poi stato identificato come l’origine dell’antica città di Megara.

Corebo, ricordato come eroe e redentore, fu sepolto nell’agorà di Megara. Sulla sua tomba, ancora secondo Pausania, furono incisi versi elegiaci che narravano la sua impresa e la sua tragica epopea.

Una scultura ornava il sepolcro, raffigurando Corebo nell’atto eroico di sconfiggere la Pena, eterno simbolo della lotta tra l’uomo e la punizione divina.

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