Crisippo fu un personaggio tragico della mitologia greca, figlio di Pelope e della ninfa Astioche (o secondo altre versioni, di Ippodamia). La sua storia è meno nota rispetto a quella di suo padre, ma ebbe un ruolo cruciale nelle vicende che portarono alla maledizione della casa degli Atridi.

Brygos Painter – Zeuso versa il vino a Crisippo. Interno di una kylix attica a figure rosse, ca. 490-480 a.C. Dalla cosiddetta Tomba di Brygos a Capua. – British Museum, Londra – Wikipedia, pubblico dominio

Crisippo era noto per la sua bellezza eccezionale, tanto che attirò l’attenzione di Laio, il futuro re di Tebe.
Secondo la leggenda, Laio si innamorò di lui e lo rapì, portandolo a Tebe contro la sua volontà. Questo atto è talvolta considerato il primo esempio di amore omosessuale forzato nella mitologia greca e segnò il destino della famiglia di Laio, poiché il peccato commesso scatenò una maledizione che culminò nella tragica storia di Edipo.

Diverse versioni raccontano la morte di Crisippo. La più diffusa narra che la sua matrigna, Ippodamia, temendo che Crisippo potesse minacciare i diritti dei suoi figli (Atreo e Tieste) al trono di Pelope, lo uccise.
Secondo alcune fonti, lo fece assassinare di nascosto; secondo altre, lo spinse al suicidio.
La sua morte segnò l’inizio di una catena di eventi che portarono alla rovina della dinastia pelopide. Il senso di colpa e la vendetta avrebbero perseguitato per generazioni i discendenti di Pelope, dando origine a una delle saghe più cupe della mitologia greca.

Sebbene Crisippo non abbia avuto un ruolo attivo nei grandi eventi mitologici, la sua figura rappresenta il tema della colpa ereditaria e delle conseguenze delle azioni umane nel mondo mitico greco. Il suo destino fu un tassello fondamentale nella tragedia della casa di Atreo, una delle più oscure e complesse della tradizione classica.

 

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